Partite Iva, concordato preventivo: in regola entro 2 anni e voti alle dichiarazioni
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Il patto verrà proposto a 2,7 milioni di Partite Iva e imprese che hanno un reddito fino a 5 milioni di euro e che entro il 15 ottobre 2024 potranno scegliere se accettare o rifiutare. Ecco tutti i dettagli
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- Il concordato preventivo biennale è un patto che verrà proposto a 2,7 milioni di Partite Iva e imprese che hanno un reddito fino a 5 milioni di euro e che entro il 15 ottobre 2024 potranno scegliere se accettare o rifiutare. Poco tempo fa la Commissione di esperti dedicata ha consegnato il documento con gli aspetti tecnici riguardanti la misura sostenuta dal vice ministro dell'Economia Maurizio Leo, la quale è stata inserita nella riforma fiscale. Ecco tutto quello che c’è da sapere
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- Ma se le Partite Iva diranno di “no” alla proposta del Fisco, finiranno in una sorta di black list di attività che saranno sottoposte a controlli più stringenti. Chi invece accetterà, avrà una serie di benefici, come una moratoria sugli accertamenti e rimborsi di imposta più rapidi
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- La proposta del Fisco dovrà essere rifiutata o accettata entro il 15 ottobre. Le risorse provenienti dal concordato saranno destinate al fondo "taglia-tasse" creato per supportare economicamente le misure della delega fiscale, principalmente il taglio dell'Irpef
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- Il Messaggero ha riportato i conti di un anonimo ristorante, per un esempio pratico. Dai conti emerge che il reddito da inserire nella prossima dichiarazione sarebbe di 15.418 euro. Ma secondo le stime del Fisco, se quel ristoratore volesse essere davvero in regola dovrebbe presentare una dichiarazione di 39.365 euro
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- Nel caso preso in esempio si tratta di 24 mila euro di reddito in più da dichiarare. Di questi, 12mila andranno fatti “emergere” nel 2025 e altri 12mila nel 2026. Va considerato che l’esempio riportato negli atti della Commissione di esperti, prende in considerazione un ristoratore che ha un indice di affidabilità di 6,15, quindi la sufficienza piena
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- Un altro esempio riportato è quello di un ragioniere, di un perito o di un consulente del lavoro con un giro di affari di poco più di 70mila euro. Il voto Isa è di 7,75. In questo caso il reddito che questo ipotetico ragioniere (o consulente) avrebbe dichiarato, è di 34.595 euro. Ma la proposta che gli arriverà dal Fisco sarà di 41.103 euro, in modo da farlo passare, sempre in 2 anni, dal 7,75 a un voto 10
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- Per chi ha voti più bassi nelle pagelle fiscali, per esempio un due, un tre o un quattro, di simulazioni per adesso non ce ne sono, spiega ancora Il Messaggero. Ma lo sforzo richiesto per mettersi in regola in questi casi sarà maggiore
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- E chi oggi ha già un 10 pieno in pagella? Dovrà comunque dichiarare qualcosa in più al Fisco nel 2025 e nel 2026, per tenere conto dell’andamento economico.Questo incremento è stato provvisoriamente stabilito nello 0,6% per il 2024 (la dichiarazione dei redditi 2025) e dell’1,1% nel 2025 (per la dichiarazione dei redditi del 2026)
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- Un esempio: un negozio di abbigliamento con 444 mila euro di ricavi, e con un 10 nella pagella fiscale, il prossimo anno dovrebbe dichiarare 57.124 euro, mentre il Fisco nel concordato biennale preventivo gli chiederà 58.157 euro, circa mille euro in più da spalmare sempre su due anni, come attesta un altro dei calcoli contenuto nel lavoro degli esperti