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Banche, extraprofitti: così sono tassati in Europa

Economia
©Ansa

Dalla Spagna alla Lituania, dalla Repubblica Ceca alla Svezia, sono tanti gli esecutivi che hanno deciso di intervenire sul boom di utili determinato dall'aumento dei tassi d'interesse avviato dalla Bce per raccogliere soldi da destinare a famiglie e imprese in difficoltà

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L'Italia è soltanto uno degli ultimi Paesi in Europa ad aver introdotto una tassa sugli extra-profitti delle banche per aiutare i titolari di mutui. Dalla Spagna alla Lituania, dalla Repubblica Ceca alla Svezia, sono tanti gli esecutivi che hanno deciso di intervenire sul boom di utili determinato dall'aumento dei tassi d'interesse avviato dalla Bce per raccogliere soldi da destinare a famiglie e imprese in difficoltà. E anche dove l'imposta non è stata introdotta il dibattito pubblico non ha mancato di soffermarsi sul tema, come in Gran Bretagna o in Francia, dove esistono però altre misure a tutela dei possessori di mutui e dei correntisti. (RISCHI E CONSEGUENZE)

Cosa accade nel resto d'Europa

In Spagna l'obiettivo del governo è raccogliere tre miliardi di euro entro il 2024 dalla tassa sulle banche approvata lo scorso anno. Il balzello impone un onere del 4,8% sul reddito netto da interessi e da commissioni nette al di sopra degli 800 milioni di euro. La prima rata è stata pagata a febbraio e a essere colpiti sono stati soprattutto gli istituti di credito che si concentrano sul mercato domestico. In Francia, Emmanuel Macron ha dichiarato che le aziende con più di cinquemila dipendenti dovrebbero condividere maggiormente i loro profitti "eccezionalmente elevati" con i dipendenti, invece di procedere a buyback. Il presidente ha anche escluso la possibilità di una tassa sugli extra-profitti. In Gran Bretagna Londra non ha introdotto una tassa sulle plusvalenze bancarie, ma dal 2011 applica un'imposta sugli attivi del bilancio globale degli istituti britannici e a quelli collegati alle operazioni in Gran Bretagna di banche straniere. Invece, in Germania il reddito netto da interessi delle banche tedesche è aumentato tra il 50% e il 70% rispetto ai minimi dell'era Covid. Il balzo ha acceso un ampio dibattito pubblico sulla possibilità di tassare gli extra-profitti, ma il ministro delle Finanze, Christian Lindner, ha escluso un intervento. In Repubblica Ceca la Camera bassa del Parlamento ceco ha approvato a novembre una tassa del 60% sui profitti delle banche che superano il 120% del fatturato medio annuo tra il 2018 e il 2021. L'obiettivo è raccogliere circa 3,5 miliardi di euro per finanziare gli aiuti alle famiglie e alle imprese colpite dall'impennata dei prezzi di elettricità e gas. In Ungheria in un decreto pubblicato a giugno, il governo ungherese ha modificato le imposte sugli extra-profitti nei settori chiave dell'economia, stabilendo che le banche possono ridurne fino al 50% il peso nel 2024 se aumentano gli acquisti di titoli di Stato domestici. Infine, in Lituania il Parlamento ha approvato a maggio una tassa sul reddito netto da interessi del settore bancario per il 2023 e il 2024. L'imposta è pari al 60% sulla parte del reddito netto da interessi che supera del 50% la media dei quattro anni precedenti. L'incasso è stimato in 410 milioni.

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