Chi paga quando fallisce una banca: le regole europee e il caso Credit Suisse
EconomiaAzionisti, obbligazionisti e depositari: chi mette i soldi se una banca fallisce. LO SKYWALL
Le recenti difficoltà del sistema bancario - negli Stati Uniti prima e in Europa poi - hanno riacceso l'interesse di investitori e risparmiatori sulle regole di salvataggio degli istituti di credito.
Dal 2016 in Unione Europea la direttiva sulla gestione delle crisi bancarie prevede che gli istituti vengano ricostituiti o salvati con il capitale degli investitori stessi.
Gli azionisti
Per questo, anche seguendo le regole di Basilea 3, i primi a rimetterci il capitale sono gli azionisti. Vale a dire i proprietari stessi dell'istituto di credito, che nominano il management e approvano il bilancio. Gli azionisti sono di norma i primi a rimetterci i soldi, come accaduto negli Stati Uniti per Silicon Valley Bank e Signature Bank, e anche in Italia negli anni scorsi. Per esempio per Carichieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Etruria nel 2015, come anche le banche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca nel 2017.
Nel caso dell'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs invece sorprendentemente le istituzioni svizzere hanno deciso di non azzerare il capitale degli azionisti, ma di offrire loro una remunerazione di quasi 80 centesimi di franco svizzero ad azione, rispetto a un prezzo contrattato in borsa fino a venerdì di oltre 1,80. Un taglio del 60 per cento, ma pur sempre non un azzeramento.
Gli obbligazionisti
Al secondo gradino della piramide dei salvataggi bancari ci sono gli obbligazionisti. Vale a dire chi presta denaro alla banca, in cambio di un interesse annuo, senza però entrare a far parte di chi prende le decisioni sul destino della società.
C'è però obbligazione e obbligazione. Le più rischiose sono quelle cosiddette Additional Tier 1 e 2, che nel momento in cui la banca che li emette è in difficoltà possono essere trasformate in titoli azionari, rinforzando il capitale, oppure essere annullate, trasferendo il capitale all'istituto. Questo avviene quando si supera un livello di guardia nelle soglie patrimoniali della banca oltre le quali la stabilità è messa a rischio. Un'eventualità per cui gli investitori - solo istituzionali, non si tratta di forme di investimenti destinate ai piccoli risparmiatori - vengono remunerati con un elevato rendimento. Questa categoria ha dovuto ripianare le perdite di Credit Suisse per oltre 16 miliardi di euro, nonostante gli azionisti non abbiano perso l'intero capitale. Una possibilità che in Eurozona non sarebbe stata concretizzabile, come hanno chiarito in un comunicato la Bce, l'Autorità di vigilanza bancaria e lo Strumento unico di risoluzione.
Vi sono poi altre obbligazioni subordinate, - per esempio i junior bond e gli unsecured bond - che garantiscono minori tutele rispetto alle obbligazioni ordinarie, gli ultimi prestiti a venire azzerati in caso di difficoltà patrimoniali.
I depositari
Gli ultimi chiamati a contribuire in caso di salvataggio bancario sono i depositari. Chi cioè ha un conto corrente o di deposito presso l'istituto. In questo caso esistono soglie sotto le quali i depositi vengono in ogni caso garantiti. In Eurozona questo accade sotto i 100mila euro, negli Stati Uniti per meno di 250mila dollari. Una soglia che però negli Usa è stata derogata per quanto riguarda le banche regionali fallite nelle scorse settimane, per evitare che i clienti perdessero fiducia nell'intero sistema bancario americano.