La Commissione si è espressa sull'indagine contro la società di Zuckerberg. Arriva anche la risposta dell'azienda: accuse senza fondamento
La Commissione Europea si è espressa sull'inchiesta iniziata l'ano scorso che vedrebbe Meta colpevole di aver violato le normative antitrust distorcendo la concorrenza nel mercato pubblicitario online.
E' questa l'opinione preliminare della Commissione, che non condivide il fatto che Facebook Marketplace, il sevizio di annunci online per l'acquisto e la vendita di beni, sia collegato direttamente a Facebook.
Inoltre, Meta sarebbe accusata di imporre condizioni commerciali sleali ai concorrenti di Facebook Marketplace a proprio vantaggio. Se confermate, queste pratiche violerebbero l'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea ("TFUE") che vieta l'abuso di posizione dominante.
La replica di Meta
Non si è fatta attendere la risposta dell'azienda di Mark Zuckerberg. "Le affermazioni della Commissione Europea sono prive di fondamento. Continueremo a lavorare con le autorità di regolamentazione per dimostrare che l'innovazione dei nostri prodotti è favorevole ai consumatori e alla concorrenza", ha commentato Tim Lamb, responsabile della concorrenza Emea di Meta.
Archiviata l'altra indagine che coinvolgeva l'azienda
Archiviata invece l'indagine sul presunto accordo segreto tra Google e Meta, noto come Jedi Blue, per i servizi di pubblicità display online. L'indagine era stata aperta l'11 marzo per valutare se l'intesa potesse aver violato le regole di concorrenza europee a danno di editori e inserzionisti. A seguito di un'attenta valutazione di tutte le prove, Bruxelles ha concluso che "le prove non confermavano le sue preoccupazioni iniziali" e ha pertanto deciso di chiudere il caso.