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Tetto al contante, difficile che penalizzi i più poveri

Economia

Simone Spina

Giorgia Meloni ha confermato che si metterà mano al tetto del contante (senza indicare la cifra) aggiungendo – fra le altre cose – che “penalizza i più poveri”. Per milioni d'italiani il tetto non è un problema

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Ci sono ancora le lire quando in Italia spunta il primo tetto all’uso del contante. E’ il 1991 e il limite ai pagamenti in carta frusciante è di 20 milioni. Da allora l’asticella è andata su e giù molte volte. Nel 2002, con l’introduzione dell’euro, è a 12.500 e da questa soglia scende e risale fino al 2011, quando il governo Monti stringe a mille. Nel 2016 il tetto è a 3mila. Dal 2020, a oggi, a 2mila.

Limite alle banconte sull'ottovolante

L’obiettivo di tornare a mille euro nel 2022 è slittata perché l’anno scorso il Parlamento, coi voti del centrodestra, ha rinviato la data al 2023. Quando, però, probabilmente il tetto sarà superiore a quello attuale, viste le intenzioni del nuovo governo e la proposta della Lega di arrivare a 10mila. Giorgia Meloni ha confermato che si metterà mano al tetto del contante (senza indicare la cifra) aggiungendo – fra le altre cose – che “penalizza i più poveri”.

Per milioni d'italiani il tetto non è un problema

Secondo l’Istat 1,9 milioni di famiglie, pari a 5,6 milioni di italiani, sono poveri “assoluti”, cioè non riescono a comprare beni e servizi ritenuti essenziali per avere una vita dignitosa. Parliamo – per fare un esempio – di una coppia con due figli piccoli che vive in una grande città e che ha disposizione poco più di 1.300 euro al Sud, 1.600 al Centro e 1.700 al Nord. Per tutte queste persone la possibilità di non poter spendere 2mila euro in contanti in una volta sola (il limite vale per ogni singolo acquisto) non sembra un problema, visti i pochi soldi che hanno in tasca. Ma anche per il resto degli italiani, che se la passa meglio, non appare un grosso ostacolo il vincolo esistente. In media, le famiglie nel nostro Paese spendono 2.437 euro al mese per tutti i loro consumi (dal cibo alle bollette passando per le medicine), ma la metà supera di poco i 2mila (2.048).

Europa in ordine sparso

Nel resto d’Europa sui contanti si viaggia in ordine sparso. Prevedono un tetto diciotto Paesi (compreso il nostro) e fra questi ci sono Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Grecia, con – in alcuni casi – limiti più stringenti dei nostri. In Germania non c’è, ma chi sborsa più di 10mila euro deve presentare la carta d’identità.