L'agenzia ha confermato il rating dell’Italia ma rivedendo al ribasso le prospettive per il Paese da negativo da stabile. Una scelta che la società Usa giustifica con le incertezze sollevate dalle dimissioni del governo Draghi sulla capacità di Roma di rispettare il sentiero di riforme previsto dal Pnrr. La polemica del ministero dell’Economia e delle Finanze: "Decisione opinabile"
L'agenzia Moody's ha confermato il rating dell’Italia ma rivedendo al ribasso le prospettive per il Paese da negativo da stabile. Una scelta che la società spiega con le incertezze sollevate dalle dimissioni del governo Draghi sulla capacità di rispettare il sentiero di riforme previsto dal Pnrr. Polemica la risposta del ministero dell’Economia e delle Finanze: “Decisione opinabile”
La spiegazione di Moody’s
“La fine del governo Draghi e le elezioni anticipate del 25 settembre aumentano l'incertezza politica e programmatica in un contesto economico e di mercato difficile". Questa la spiegazione data da Moody’s per giustificare la decisione sull’Italia. "Il governo uscente ha compiuto progressi significativi nel rispettare pienamente e puntualmente le tappe e gli obiettivi contenuti nel Pnrr - sostiene l'agenzia di rating - Tuttavia, è probabile che le elezioni anticipate ritardino il raggiungimento di alcune tappe e obiettivi che dovevano essere raggiunti entro la fine del 2022; questi risultati sono necessari per sbloccare l'accesso alla prossima tranche di finanziamenti, che ammonta a 19 miliardi di euro (1,0% del Pil). Esiste inoltre il rischio concreto che anche le tappe e gli obiettivi previsti per il 2023 possano subire ritardi".
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La replica del Mef
"Sebbene il peggioramento dell'outlook, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile". Lo afferma in una nota il Mef. Che aggiunge: "Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall'incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre le condizioni economiche dell'Italia non giustificano tale orientamento". "Le elezioni anticipate non costituiscono un'anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi che l'attuazione del Pnrr delle politiche di rilancio degli investimenti e dell'innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuerà in modo spedito dopo le prossime elezioni", conclude la nota del dicastero.