Cambio al vertice della seconda banca italiana; il manager francese annuncia l'uscita ad aprile, dopo quasi 5 anni al comando. Alla base dei contrasti in seno al board, il dossier Mps: il Tesoro, primo azionista di Siena, preme per il matrimonio tra le due banche, sempre osteggiato da Mustier
La svolta in casa Unicredit nasce anche dall'intreccio tra politica e finanza. Infatti, per convincere Unicredit a farsi carico di MPS, statalizzato dopo la crisi del 2016, il Governo ha più volte bussato alla porta di piazza Gae Aulenti. Ma l'amministratore delegato, il francese Jean Pierre Mustier, si è sempre pubblicamente detto contrario ad aggregazioni, ritenendole non utili, in questa fase storica, per la sua banca. La necessità per il Ministero del tesoro di uscire da Siena dopo aver evitato il crack, insieme alla mossa di Intesa San paolo che, acquistando Ubi, ha riacceso il cd "risiko" bancario, hanno avuto l'effetto di aumentare la pressione su Mustier. Che, seguendo la sua linea, ha annunciato l'uscita da Unicredit ad aprile, quando scadrà il suo mandato insieme a quello dell'attuale consiglio di amministrazione, con cui era ormai entrato in contrasto.
Padoan gestirà la transizione
Il presidente designato di Unicredit, l'ex ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, avrà un ruolo centrale nella scelta del successore e, di conseguenza, della linea da seguire su un dossier, quello di Mps, complesso e delicato come ogni partita a metà tra finanza e politica. Lo Stato-azionista (il MEF detiene quasi il 70% delle quote della ex terza banca italiana) non può e non vuole restare sine die nelcontrollo del'isituto, e sta studiando delle formule che non impattino troppo sul capitale del possibile acquirente, sullo schema di quanto fatto per le due banche venete in crisi (Popolare Vicenza e Veneto Banca) rilevate due anni fa da Intesa San Paolo.