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Scuola, sottosegretario alla Salute Costa: necessario considerare riduzione quarantena

Cronaca

di Ilaria Iacoviello

La scuola è iniziata in tutta Italia. La prova green pass sembra essere stata superata e ora si entra nel vivo di questo anno scolastico. E nel vivo significa poter assicurare a tutti un anno in presenza. 

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L’aveva detto il Ministro Bianchi: mai più Dad chiarendo successivamente (con alcuni dati che sottolineavano la presenza di intere classi già in quarantena) un concetto fondamentale: ci sono le quarantene e piuttosto che lasciare i ragazzi per i dieci giorni previsti fermi può esserci anche la dad. 

Il sottosegretario Costa

A sottolineare ulteriormente l’indirizzo del governo interviene oggi dalla Calabria il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

“La quarantena nelle scuole è un tema sentito sul quale la politica sicuramente è chiamata a fare una riflessione ed assumersi una responsabilità - sottolinea - Una riflessione la dobbiamo fare perché l'obiettivo che abbiamo raggiunto è stato iniziare l'anno scolastico in presenza, ma adesso l'obiettivo più grande è proseguire in presenza. Dunque una valutazione sulla riduzione delle quarantene deve essere assolutamente presa in considerazione".

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Il Presidente della Fondazione Gimbe

Perplesso Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe che presentando un'anteprima del Report Gimbe sulla Sicurezza covid 19 nelle scuole ha spiegato: "L'obiettivo del governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere fortemente disatteso come dimostra il numero di classi e studenti già in quarantena. E' una strategia molto rischiosa puntare esclusivamente sulla vaccinazione senza screening sistematici e interventi di sistema su aerazione, ventilazione e gestione trasporti"

"Il rischio zero a scuola non esiste - dice Nino Cartabellotta - serve un approccio multisistema per combattere la diffusione del Covid perchè - stando ad alcune simulazioni - anche se ci sono gli studenti e il personale vaccinato, si usano le mascherine, c'è il distanziamento, si fanno gli screening, un 13% di studenti rischia comunque di infettarsi".

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