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Corte Ue: impianto ex Ilva a Taranto deve essere sospeso se pericoloso

Cronaca

Se ci sono pericoli gravi e rilevanti per l'ambiente e per la salute umana, l'esercizio dell'acciaieria dovrà essere sospeso. È quanto ha deciso la Corte di giustizia dell'Ue pronunciandosi su un ricorso dei cittadini contro l'impianto, sottolineando lo stretto collegamento tra la protezione dell'ambiente e quella della salute umana, che costituiscono obiettivi chiave del diritto dell'Unione

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Se l'acciaieria dell'Ilva di Taranto presenta pericoli gravi e rilevanti per l'ambiente e per la salute umana, il suo esercizio dovrà essere sospeso. È quanto ha deciso la Corte di giustizia dell'Ue pronunciandosi su un ricorso dei cittadini contro l'impianto. Spetterà al Tribunale di Milano valutare questi rischi.

La sentenza

La Corte europea sottolinea anzitutto lo stretto collegamento tra la protezione dell'ambiente e quella della salute umana, che costituiscono obiettivi chiave del diritto dell'Unione, garantiti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Essa rileva che la direttiva contribuisce al conseguimento di tali obiettivi e alla salvaguardia del diritto di vivere in un ambiente atto a garantire la salute e il benessere. Mentre, secondo il governo italiano, la direttiva non fa alcun riferimento alla valutazione del danno sanitario, il punto centrale della sentenza, per il tribunale a Lussemburgo, è che la nozione di "inquinamento" ai sensi della direttiva relativa alle emissioni industriali include i danni all'ambiente e alla salute umana. 

Pertanto, la valutazione dell'impatto dell'attività di un'installazione come l'acciaieria Ilva su tali due aspetti deve costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame dell'autorizzazione all'esercizio. E nel procedimento di riesame occorre considerare le sostanze inquinanti connesse all'attività dell'installazione, anche se non sono state valutate nel procedimento di autorizzazione iniziale. In caso di pericoli gravi e rilevanti per l'integrità dell'ambiente e della salute umana, l'esercizio dell'installazione deve essere sospeso.

I ricorsi

Ricorda la Corte che nel 2019 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha accertato che l'acciaieria provocava significativi effetti dannosi sull'ambiente e sulla salute degli abitanti della zona. Varie misure per la riduzione del suo impatto sono state previste sin dal 2012, ma i termini stabiliti per la loro attuazione sono stati ripetutamente differiti. Numerosi abitanti della zona hanno agito in giudizio dinanzi al Tribunale di Milano contro il proseguimento dell'esercizio, per il rischio alla salute delle emissioni e affermando che l'installazione non è conforme ai requisiti della direttiva sulle emissioni industriali. Il Tribunale di Milano ha quindi adito la Corte di giustizia dell'Ue chiedendo se la normativa italiana e le norme derogatorie speciali applicabili all'acciaieria di Taranto al fine di garantirne la continuità siano in contrasto con la direttiva stessa. "Contrariamente a quanto sostenuto dall'Ilva e dal governo italiano - afferma la Corte -, il procedimento di riesame non può limitarsi a fissare valori limite per le sostanze inquinanti la cui emissione era prevedibile. Occorre tener conto anche delle emissioni effettivamente generate dall'installazione nel corso del suo esercizio e relative ad altre sostanze inquinanti". 

 

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