Al centro delle conversazioni dell'imprenditore coinvolto nell'indagine ci sarebbero gli incassi della famiglia derivanti dalla cessione del 4% del gruppo al fondo inglese Icon. La procura di Genova vuole capire l'origine di questi soldi, arrivati da qualcuno di cui l'uomo "sembra voler scientemente nascondere il nome". Il 4 giugno mozione di sfiducia in Consiglio regionale per il governatore Toti, ai domiciliari dal 7 maggio
Trenta milioni di euro, arrivati cash ad Aldo Spinelli, da qualcuno ancora sconosciuto: è quanto emergerebbe dalle intercettazioni dell'inchiesta sulle tangenti in Liguria, come riportano alcuni quotidiani, tra cui Il Corriere della Sera. Al centro delle conversazioni dell'imprenditore coinvolto nell'indagine ci sarebbero gli incassi della famiglia Spinelli derivanti dalla cessione del 4% del gruppo al fondo inglese Icon. La procura di Genova vuole capire l'origine di questi 30 milioni, arrivati da qualcuno di cui l'uomo "sembra voler scientemente nascondere il nome". Intanto è ufficiale la data del 4 giugno per la mozione di sfiducia contro il presidente della Regione
Liguria, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione dal 7 maggio. Il documento è firmato dai gruppi d'opposizione Pd, Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa.
Spinelli intercettato
Il dialogo al centro dell’attenzione è quello tra Spinelli e Paolo Emilio Signorini: "C'han dato una barcata di soldi che tu non hai un'idea... una cosa incredibile... - si legge nelle intercettazioni riportate dai giornali - come... c'han dato quasi trecento... c'han dato quasi trecento milioni!". In un altro passaggio, Spinelli dice all'amico: "Dovevano darmi un premio di 50 milioni, me l'han dato di 20... gli altri 30 me l'ha dati... va beh...". Ora la Procura vuole capire se questa differenza di 30 milioni sia stata effettivamente data all'imprenditore da qualcuno.
approfondimento
Toti: "Mai debitore di chi mi finanziava. Da Spinelli soldi dal 2015"
Cozzani si è dimesso da capo di gabinetto
Intanto, come aveva annunciato il giorno dell'interrogatorio di garanza davanti al giudice per le indagini preliminari, Matteo Cozzani si è ufficialmente dimesso da capo di gabinetto in Regione Liguria. L'ex sindaco di Portovenere è ai domiciliari dal 7 maggio, accusato di corruzione dalle procure di Spezia e Genova. Dai pm del capoluogo ligure è anche accusato di voto di scambio aggravato dall'aver agevolato la mafia. Era diventato uomo di fiducia di Giovanni Toti a cavallo delle regionali del 2020.