In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Medici, differito di un anno lo scudo penale: cos'è e cosa significa

Cronaca
©Ansa

Fino al 31 dicembre di quest'anno è stato differito il provvedimento che limita la punibilità ai soli casi di colpa grave come già era successo durante la pandemia di Covid. Potrà tutelare medici e infermieri dal rischio di azioni penali anche e soprattutto in relazione alla cronica carenza di personale nella sanità e al mancato ammodernamento degli ospedali. Condizioni che potrebbero rendere rischioso il lavoro dei professionisti del settore

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Ben venga lo scudo penale inserito nel decreto "milleproroghe" per mettere un freno alle "cause temerarie", ma resta necessaria una più ampia riforma della normativa sulla questione della colpa medica. Questo il pensiero della Federazione degli internisti ospedalieri, commentando l'emendamento di maggioranza sul quale ha espresso il suo assenso anche il Governo, che prevede il differimento di uno scudo penale per medici e infermieri fino al 31 dicembre 2024 per limitare la punibilità ai soli casi di colpa grave, proprio come era successo durante la pandemia. "Come medici internisti impegnati nella trincea degli ospedali per il ricovero in urgenza dei malati più complessi e a dare risposte al 50% dei ricoveri, non possiamo che applaudire la decisione di inserire nel decreto 'milleproroghe' uno scudo penale che ponga freno alle cause temerarie”, ha commentato Francesco Dentali, presidente di Fadoi. "Se da un lato generano uno spreco quantificato in 13 miliardi di euro tra medicina difensiva e costi assicurativi, dall'altro sono uno dei fattori che spingono quasi il 40% dei medici a lasciare il pubblico e uno su dieci a cambiare mestiere, come documentato da una nostra recente indagine", ha aggiunto.

Scudo penale per i medici, di cosa si tratta

Proprio durante il periodo della pandemia legata alla diffusione del Covid era stato varato uno scudo penale con l’obiettivo di evitare cause contro il personale sanitario alle prese con l’emergenza nella quale non si conoscevano a fondo le terapie da utilizzare. Oggi quello stesso provvedimento potrà tutelare medici e infermieri dal rischio di azioni penali anche e soprattutto in relazione alla cronica carenza di personale nella sanità e al mancato ammodernamento degli ospedali. Condizioni che potrebbero rendere rischioso il lavoro dei professionisti del settore.

La riforma della normativa sulla “colpa medica”

Secondo la Fadoi, il 97% delle cause nei confronti di medici e operatori della sanità si conclude con un nulla di fatto, "ma questa pressione alimentata ad arte dai professionisti del contenzioso sanitario genera una ulteriore indebita pressione sui medici, già costretti a lavorare in condizioni precarie per carenze di organico e di attrezzature adeguate". Anche per questo motivo la riforma della normativa sulla “colpa medica”, secondo gli esperti, dovrà affrontare alcune questioni importanti per la soluzione dei contenziosi. Tra queste, ha spiegato ancora Dentali, "l'obbligo di assicurazione per le Aziende sanitarie che ancora nel 50% dei casi si affidano alla autotutela, confidando su accantonamenti di bilancio risultati essere troppe volte insufficienti a fronteggiare le richieste di risarcimento oltre al rafforzamento dell'istituto della conciliazione. Infine, la previsione di sanzioni anche per chi si avventura in cause temerarie, che ostacolano comunque un sereno esercizio della professione, facendo al contempo lievitare i costi assicurativi".

approfondimento

Stipendi statali, a febbraio ai medici aumenti e arretrati