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Stadio San Siro, vincolo Sovrintendenza: non potrà essere demolito. Ecco perché

Cronaca

Inviate al Comune di Milano le motivazioni per cui la Sovrintendenza ritiene che per il secondo anello dell'impianto possano sussistere i requisiti di interesse culturale

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Le scale e l'immagine. Sono queste le motivazioni per cui lo stadio di San Siro, a Milano, è di interesse culturale e quindi non può essere demolito. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano ha inviato al Comune il documento dove viene spiegato il "vincolo" sullo stadio milanese Giuseppe Meazza. 

Il documento

La "soluzione strutturale costituita da 132 portali" che costituisce "l'ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio", oltre al fatto che con "la costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l'immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini", si legge nel testo. La Soprintendenz ritiene quindi "che, per il secondo anello, possano sussistere i requisiti di interesse culturale".

"Di particolare interesse è il disegno dei portali, che hanno la forma di due braccia tese in diagonale (l'una al di sopra delle gradinate del primo anello, l'altra al di fuori del vecchio muro perimetrale dello stesso), denominate nel gergo di cantiere, rispettivamente, 'elefante' e 'giraffa'", si legge nei documenti della Soprintendenza. "Nella struttura le scale hanno uno sbocco a "vomitorio", una componente dello stadio classico. La rilevanza architettonica del secondo anello risiede nella capacità degli autori (Ing. Ferruccio Calzolari, Arch. Armando Ronca) di 'tradurre i vincoli tecnici in espressività, e [lo stadio] aveva acquisito quell'aspetto fortementfortementee caratterizzato dalle rampe avvolgenti la costruzione in fasce plastiche di aggetti e rientranze e in alternanze di chiari e di scuri. Le stesse [rampe] assumono un suggestivo significato simbolico, portando la folla, vera protagonista delle architetture degli stadi, fin sulle pareti e trasformano le ordinarie murature in luoghi vissuti di percorsi dinamici'", prosegue la Soprintendenza. "Con la costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l'immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini (in rapporto a quelli contemporanei di Torino, Genova, Bologna e Firenze), forma che si era appena profilata soltanto con il primo ampliamento del 1937-39. È evidente, quindi, dalle immagini storiche, come lo stadio fosse organicamente compiuto con la costruzione del secondo anello ancora quasi totalmente visibile e fruibile sotto le sovrastrutture del terzo anello e della copertura". "Per quanto premesso, questa Soprintendenza ritiene che, per il secondo anello, possano sussistere i requisiti di interesse culturale semplice necessari per una verifica positiva ai sensi degli artt. 10 e 12 del DLgs n. 42/2004 e successive modifiche", conclude la Soprintendenza. 

Lega: vincolo su stadio enorme occasione persa

"Assurdo. Chi pagherà i milioni di euro di manutenzione in futuro, quando Milan e Inter giocheranno altrove? I burocrati della Sovrintendenza? Il sindaco Sala? I 'no stadio'? Per Milano un'enorme occasione persa di sviluppo e di riqualificazione di un intero quartiere". Così una nota della Lega dopo il vincolo che ha confermato il divieto alla demolizione di San Siro

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