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Migranti, Piantedosi a Lampedusa: "Piano per gestione più organizzata"

Cronaca

Il ministro dell'Interno è arrivato sull'isola dove ha visitato l'hotspot di contrada Imbriacola: "Il piano del governo non è solo un piano per Lampedusa - ha dichiarato - ma un piano per una gestione più ordinata di quello che parte da Lampedusa"

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Mentre in queste ore è presente sull'isola il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, sono 19 le imbarcazioni arrivate nella notte a Lampedusa, soccorse al largo dell'isola o approdate direttamente sulla terraferma, con a bordo complessivamente 705 migranti. Dieci, nello specifico, i barchini agganciati da mezzanotte fino all'alba con a bordo 316 persone. Ieri, invece, gli sbarchi erano stati complessivamente 28 con un totale di 1.117 persone. All'hotspot di contrada Imbriacola, all'alba, c'erano 2.698 ospiti, a fronte di una capienza prevista per poco meno di 400 persone.

Ieri, fra l'area Sar italiana e le acque antistanti Lampedusa, si sono verificati quattro naufragi: due i cadaveri, fra cui quello di una giovane donna, recuperati, tre le persone (compreso un bimbo di 8 mesi) finite al poliambulatorio, 17 i dispersi, per i quali le ricerche vanno ancora avanti, e complessivamente 165 i superstiti portati all'hotspot.

Piantedosi a Lampedusa

Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi questa mattina è stato in piazza d'Aragona e Tagliavia a Castelvetrano (Tp) dove ha preso parte alla cerimonia di svelamento della teca contenente l'auto di scorta, la "Quarto Savona 15", di Giovanni Falcone. Nel primo pomeriggio è invece giunto a Lampedusa con un elicottero dei vigili del fuoco. Ad accoglierlo, il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, il questore Emanuele Ricifari, il sindaco delle Pelagie Filippo Mannino e il presidente del consiglio comunale Giacomo Mercurio. La prima tappa della visita è stata presso l'hotspot di contrada Imbriacola. Oltre al capo del Viminale, all'aeroporto di Lampedusa sono giunti i prefetti Maria Teresa Sempreviva e Paolo Canaparo, Valerio Valenti, capo dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione nonché commissario delegato per lo stato d'emergenza migranti, Francesco Messina, direttore centrale Anticrimine del dipartimento Pubblica sicurezza e dal direttore centrale dell'Immigrazione e della polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, e il capo della segreteria tecnica del ministro Maria Pia Terracciano.

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"Confidiamo in una gestione più ordinata"

"Noi confidiamo che a breve riusciremo ad assicurare una gestione più ordinata dei flussi migratori", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi al suo arrivo sull'isola di Lampedusa. "Stiamo lavorando ad una soluzione di lungo periodo anche a livello internazionale - continua il Ministro -, ma allo stesso tempo lavoriamo per realizzare al più presto un piano per una gestione più ordinata, perchè la fase acuta degli sbarchi non ci consente di perdere tempo. Il piano del governo non è solo un piano per Lampedusa, ma un piano per una gestione più ordinata di quello che parte da Lampedusa. Penso a soluzioni che abbiano una proiezione non dico strutturale ma di gestione ordinata dei flussi. Ma anche soluzioni che di fatto spostino altrove il problema. Ho grande riguardo per il ruolo che sta esercitando, ed ha sempre esercitato, Lampedusa". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, incontrando il sindaco delle Pelagie Filippo Mannino. Il faccia a faccia è in corso dopo che il capo del Viminale ha fatto una visita, e un rapidissimo giro, nel piazzale dell'hotspot di contrada Imbriacola dove ci sono oltre 2.500 migranti a fronte di poco meno di 400 posti disponibili. "Noi dobbiamo lavorare affinché Lampedusa diventi l'ingranaggio di un meccanismo più ampio che funziona. E nello stesso tempo - ha aggiunto il capo del Viminale - aiutare la gente che è all'addiaccio o in mezzo ai liquami". Al riguardo il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, ha rilevato che: "Ci sono dei problemi per fare la buca di 4 metri per allargare la stazione di sollevamento dell'hotspot perché ci sono i vincoli. Sono mesi che lottiamo con vincoli ambientali e naturalistici. Visto che c'è lo stato d'emergenza immigranti proviamo ad andare in deroga e a fare le cose che sono fondamentali". Il titolare del Viminale ha parlato poi di: "Fase epocale della crisi migratoria e la grande sfida è gestire questa sfida. "Dobbiamo cercare di fare un piano complessivo affinché sia il più veloce possibile il trasferimento da Lampedusa", ha detto ancora il ministro dell'Interno durante il faccia a faccia con il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino. "Io li farei proprio bypassare Lampedusa", ha rilanciato Mannino al capo del Viminale.

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I racconti dei migranti

I migranti che viaggiavano su 14 dei 19 barchini agganciati la scorsa notte hanno parlato di "navi madre". Grosse imbarcazioni, verosimilmente pescherecci, che hanno messo in mare i barchini di metallo di 6 o 7 metri con a bordo quasi sempre gruppi di 35 persone e in un paio di casi di 40. Per queste traversate, cominciate da Sfax in Tunisia, i migranti - originari di Burkina Faso, Costa d'Avorio, Guinea, Gambia, Mali, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Camerun - hanno pagato fino a 3 mila dinari tunisini. Si tratta di racconti che dovranno essere vagliati dagli investigatori, ma ritenuti verosimili perché la presenza di "navi madre" non è certo una novità tanto sulla tratta Libia-Lampedusa, quanto su quella dalla Tunisia.

La situazione nell'hotspot

Sull'isola è, ancora una volta, emergenza nel centro di prima accoglienza. Ieri, con i due traghetti di linea per Porto Empedocle, su disposizione della Prefettura di Agrigento, erano stati trasferiti complessivamente 539 migranti: gli ultimi in ordine di tempo sono stati 359 sulla motonave Pietro Novelli che ha attraccato all'alba a Porto Empedocle. Per oggi, la Prefettura, d'intesa con il Viminale, ha disposto un ulteriore spostamento, con la nave di linea, di 180 che dopo l'arrivo a Porto Empedocle verranno portati a Messina, Palermo, Caltanissetta e in Basilicata e Molise.  

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Intanto è arrivata al terminal crociere del porto di Ravenna la 'Mv Humanity 1' con 69 migranti a bordo. Ad accoglierla, la macchina organizzativa coordinata dalla Prefettura ravennate. Si tratta del terzo sbarco di una nave ong con migranti a bordo sul porto romagnolo dopo quelli del 31 dicembre e del 18 febbraio. Sono varie le nazionalità a bordo: la più rappresentata è il Sudan (30 migranti), e poi Nigeria, Ghana, Gambia, Eritrea, Guinea, Guinea Bissau, Sud Sudan, Mali, Niger Senegal, Togo.

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