È una delle conseguenze più comuni a seguito di tamponamento tra auto. E le richieste di indennizzo ogni anno sono tantissime. Ma in quali casi spetta? Che cosa dice la legge a riguardo
Il colpo di frusta è un evento traumatico che colpisce il collo che, e che, se non trattato, può lasciare postumi dolorosi anche a lungo termine. Ed è una delle conseguenze più comuni a seguito di tamponamento tra auto. I sintomi che derivano dal colpo di frusta consistono in dolore e rigidità del collo e delle spalle, nell’impossibilità di muovere la testa (simile a un torcicollo), in mal di testa spesso accompagnato da vertigini, dolori alle braccia ed alla schiena. Secondo le statistiche in Italia su 100 incidenti 18 comportano una richiesta di risarcimento di danni alla persona che, nel 66% dei casi, riguarda il “colpo di frusta”. E la normativa sul tema è cambiata.
Come ottenere il risarcimento per il colpo di frusta
Come spiega la rivista di settore Il Salvagente, in caso di incidente, per ottenere il risarcimento per il colpo di frusta si deve seguire una procedura precisa: per prima cosa serve compilare il modulo di Constatazione amichevole di incidente (Cid) sottoscritto da entrambe le parti coinvolte (se sono presenti testimoni, è utile riportare anche le loro dichiarazioni). Dopodiché nello stesso giorno bisogna recarsi in Pronto soccorso per far accertare la presenza di eventuali danni fisici. Se gli accertamenti confermano la presenza del colpo di frusta, il medico rilascerà i certificati medici necessari e la diagnosi con i giorni previsti per la guarigione. Una volta completata bisogna compilare la domanda di risarcimento alla propria compagnia assicurativa: questa nomina un medico legale per visitare il richiedente ed esamina la documentazione presentata che valuterà la percentuale di invalidità del soggetto al fine di stabilire l’importo corrispondente che deve richiedere (se l’infortunato ritiene che la cifra stimata sia troppo bassa potrà fare causa all’assicurazione ed il giudice deciderà nel merito).
Cosa dice la normativa sul risarcimento
Va detto che però non sempre il colpo di frusta provocato da un incidente stradale viene risarcito. L’articolo 139 del Codice delle Assicurazioni – D.lgs. 209/2005 – ha subito infatti diverse modifiche nel corso degli anni., spiega la rivista. La prima modifica è stata apportata dal governo Monti, con lo scopo di diminuire l’entità di questo tipo di risarcimenti, all’epoca molto frequenti e di conseguenza dispendiosi. Modifica che stabiliva che il risarcimento per il colpo di frusta spettava esclusivamente a chi riusciva a dimostrare l’effettiva presenza del danno attraverso esami medici, ma considerando che le lesioni ai tessuti molli non compaiono sulle lastre o in altri esami, la quantità di risarcimenti versati è diminuita circa del 30%. La giurisprudenza cercava di interpretare in modo estensivo la norma, ad esempio tendendo a riconoscere il danno derivante dal colpo di frusta in base al riscontro del medico, considerando i relativi esami clinici sussidiari rispetto al riscontro di costui. Di seguito, è intervenuta la Legge sulla Concorrenza, L. n. 124 del 2017, la quale ha definitivamente stabilito che il colpo di frusta è risarcibile solo a determinate condizioni. “Le lesioni di lieve entità – si legge – che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, ovvero visivo, con riferimento alle lesioni, quali le cicatrici, oggettivamente riscontrabili senza l’ausilio di strumentazioni, non possono dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente”.
La distinzione sul tipo di danni per l'eventuale risarcimento
La Legge sulla Concorrenza è intervenuta proprio per arginare il dilagante numero di domande risarcitorie per lesioni da colpo di frusta. Oggi quindi occorre distinguere il semplice stiramento muscolare – non risarcibile – dal danno più serio, che si ha con il disallineamento della normale postura del rachide cervicale. L’alterazione di tale curva fisiologica delle vertebre potrebbe scompensare a sua volta tutta la colonna, anche dorsale e lombare. Per ottenere il risarcimento occorre quindi dimostrare il danno subito attraverso esami clinici strumentali obiettivi o mostrare segni visibili e riscontrabili oggettivamente del danno stesso (ad esempio, cicatrici). Sul punto è intervenuta nuovamente la Corte di Cassazione. In un’ordinanza del 2020 ha chiarito che è fondamentale l’esame obiettivo del medico legale. Si legge nell'ordinanza: “Ciò che è indispensabile […] è che il risarcimento di qualsiasi danno (e non solo di quello alla salute) presuppone che chi lo invochi ne dimostri l’esistenza “al di là di ogni ragionevole dubbio”; per contro non è nemmeno pensabile che possa pretendersi il risarcimento di danni semplicemente ipotizzati, temuti, eventuali, ipotetici, possibili, ma non probabili. Tale conclusione trova fondamento dal punto di vista letterale nella definizione normativa di danno biologico, essendo tale solo quello “suscettibile di accertamento medico legale, cioè quello la cui esistenza sia dimostrabile non già sulla base di mere intuizioni, illazioni o suggestioni, ma sulla base di una corretta criteriologia accertativa medico-legale”. Quindi secondo la Corte la legge non pone limiti alla tipologia di danno risarcibile e la prova del danno alla salute può consistere anche in elementi diversi dall’esame strumentale. Alla luce di questo sembra che il colpo di frusta sia nuovamente risarcibile, previa prova della sussistenza dello stesso. Bisognerà in ogni caso provare il danno biologico, ma per fare ciò non è indispensabile un esame strumentale: sarà sufficiente invece l’esame obiettivo del medico legale.