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Sostenibilità, Italia prima nella lotta agli sprechi alimentari

Cronaca

Diffuso il nuovo Food Sustainability Index, sviluppato da The Economist Impact con Fondazione Barilla: nel nostro Paese lo spreco alimentare pro capite annuo, a livello domestico, è di circa 67 Kg. Buoni risultati anche per Francia, Stati Uniti, Germania e Argentina

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Continua la perfomance positiva dell’Italia nella lotta agli sprechi alimentari. Il nostro Paese infatti è al primo posto per le azioni intraprese, mentre nella filiera produttiva perde “solo” il 2% del cibo. A dirlo è il nuovo Food Sustainability Index, il rapporto sviluppato da The Economist Impact in collaborazione con Fondazione Barilla. Uno studio che analizza il rapporto tra cibo, salute e ambiente in 78 Paesi (pari a oltre il 92% della popolazione mondiale) prendendo in considerazione 38 indicatori legati a temi sociali, ambientali ed economici.

Gli sprechi in Italia

Nella lotta agli sprechi alimentari, oltre all’Italia, i 4 Paesi con le migliori politiche in atto sono Francia, Stati Uniti, Germania e Argentina. A livello mondiale, le perdite di cibo tra i primi 19 classificati non superano il 3% della produzione alimentare totale, rispetto alla media generale del 6%. Nel nostro Paese, in particolare, si stima che lo spreco pro capite annuo a livello domestico sia di circa 67 Kg. Lo spreco nella ristorazione ammonta invece a circa 26 Kg mentre nella distribuzione è di circa 4 Kg pro capite l’anno. Il merito, spiega Marta Antonelli, Direttrice della Ricerca della Fondazione Barilla, è anche di politiche come “la Legge e Gadda che ha facilitato, anche tramite agevolazioni fiscali, la donazione delle eccedenze alimentari alle Onlus”.

Le aspettative di vita

Tra gli altri indicatori presi in considerazione nel rapporto, c’è anche la qualità della vita: a livello europeo, con il punteggio di 86 siamo dopo Francia e Spagna, ma prima della Germania. Anche l’aspettativa di vita nel nostro Paese è piuttosto alta: alla nascita è 83,2 anni, mentre l’aspettativa, in salute, è di 71,9. La mortalità da malattie non trasmissibili invece è di 235,6 ogni 100.000 abitanti: uno dei dati più bassi tra quelli di tutti i Paesi analizzati.

L’agricoltura sostenibile

E poi c’è l’agricoltura sostenibile in cui – stando al rapporto – ci sono ancora ampi margini di miglioramento: per esempio, meno del 50% di tutti i Paesi analizzati sta inserendo il tema dei cambiamenti climatici nelle loro politiche. I Paesi con i risultati migliori in questo pilastro includono Finlandia, Estonia, Austria, Tanzania e Svezia. Il punteggio dell’Italia qui è in linea con la media mondiale (65,8 contro il punteggio medio di 70,3).

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