Vicenza, no vax rifiuta di essere intubato e muore. Inutile la videochiamata del figlio
CronacaAveva 48 anni, è deceduto dopo due ore dal suo ingresso in ospedale, il 28 dicembre. Non era vaccinato ed era in condizioni disperate, ma quando i medici gli hanno spiegato che doveva essere intubato, si è opposto. A nulla è servita la videocall del maggiore dei suoi tre figli che ha provato a convincerlo a curarsi
Un uomo di 48 anni è morto di Covid-19 dopo due ore dal suo ingresso all’ospedale di Vicenza, il 28 dicembre. Non era vaccinato ed era in condizioni disperate, ma quando i medici gli hanno spiegato che doveva essere intubato, si è rifiutato. A nulla è servita la videochiamata del maggiore dei suoi tre figli che ha provato a convincerlo a curarsi. Come scrive Il Corriere del Veneto, l’uomo viveva a Vicenza ma era originario del Veneziano, di San Giorgio al Tagliamento, frazione di San Michele in Tagliamento. Agente di commercio, era un “no vax convinto”, come riferiscono i familiari.
L'arrivo in ospedale e il rifiuto di farsi intubare
Sempre secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, martedì pomeriggio era stato il figlio maggiore a chiamare la centrale operativa del Sem 118 per avvertire che il genitore aveva grosse difficoltà a respirare. Una volta all’ospedale San Bortolo è stato trasferito d’urgenza al Pronto soccorso Covid, quindi, date le sue condizioni, al reparto di rianimazione per i contagiati dal virus. L'uomo però avrebbe chiesto di firmare per non essere intubato. La situazione è degenerata in un paio d’ore. La dottoressa che lo stava trattando, che è stata chiara fin da subito sul rischio che stava correndo, ha anche contattato i familiari. Ma nemmeno loro sono riusciti a convincerlo a farsi intubare. Il cuore del 48enne ha smesso di battere di li a poco e i tentativi per rianimarlo non sono andati a buon fine. “Queste persone non credono più al sistema sanitario, alla medicina, ci vedono come nemici e hanno una visione distorta della realtà. Restano a casa fino a quando sono in condizioni disperate e si lasciano morire, ma perderli così no, questo no”, ha detto il primario di rianimazione, Vinicio Danzi.