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Battisti: sono prigioniero di uno Stato vendicativo. Bonafede: offende le vittime

Cronaca

Dopo aver iniziato lo sciopero della fame, l'ex terrorista, attraverso il suo legale, denuncia l'isolamento nel carcere di Massama che ritiene "illegittimo" e attacca: mi vogliono sacrificare in nome di una giustizia che non c'è. Il ministro della Giustizia: "Parole profondamente offensive"

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Cesare Battisti (LEGGI LA SUA STORIA) ritorna a far parlare di sé a quattro giorni dall'annuncio dell'avvio di uno sciopero della fame contro un isolamento che ritiene "illegittimo". Attraverso il suo legale Gianfranco Sollai, che oggi gli ha fatto visita nel carcere di Massama,  ha detto di essere vittima di una “vendetta nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni". Battisti è rinchiuso nel penitenziario oristanese dal gennaio 2019, dopo l'arresto in Bolivia al termine di 37 anni di latitanza e l'estradizione in Italia per scontare l'ergastolo per quattro omicidi. 

L'ex terrorista: guerra delle Istituzioni nei miei confronti

Secondo l'ex Pac, "il '68, in Italia, è durato 15 anni. La guerra delle Istituzioni nei miei confronti viene esternata con la segretazione degli atti, con l'isolamento forzato e illegittimo e con una classificazione retroattiva di 41 anni. Questa è vendetta di Stato, vendetta nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni dalle contraddizioni sociali". Per Battisti, quelle contraddizioni sono "frutto dello stesso Stato e hanno generato anche il fenomeno della lotta armata che ha visto, come risaputo, coinvolte oltre un milione di persone, 60mila fermi e 5.800 condanne, come riportato a suo tempo dal presidente della Repubblica Cossiga. E tutt'oggi lo Stato vuole per tutto ciò sacrificare me in nome di una giustizia che non c'è".

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Bonafede: nessuna vendetta, si è sottratto alla giustizia da latitante

Alla denuncia di Cesare Battisti ha risposto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha definito le parole dell’ex terrorista “profondamente offensive, sia verso i familiari delle vittime che verso lo Stato italiano. Nei suoi confronti non c'è nessuna vendetta: la sua vicenda si trascina da quarant'anni unicamente perché si è sottratto alla giustizia, vivendo da latitante". 

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Battisti sullo sciopero della fame: "Sono stato costretto"

Battisti, sempre attraverso il suo avvocato, ha anche rilasciato dichiarazioni sul suo sciopero della fame: "Non mi hanno dato scelta: sono stato costretto. Sono sequestrato: il sequestro è iniziato il 12 gennaio 2019 in Bolivia, continua oggi nell'Isola di Sardegna. Mi sento oltre che prigioniero politico anche prigioniero di una sporca guerra, guerra tra lo Stato e la lotta armata e non del periodo delle grandi contraddizioni sociali che hanno sconvolto l'Italia dalla fine degli anni '60 agli inizi degli anni '80". 

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