L’Associazione dei presidi ha scritto una lettera alla sindaca, minacciando la chiusura se la situazione non dovesse migliorare. I rifiuti sono un problema “sanitario” ma anche “diseducativo”, scrivono. Intanto, Raggi prepara un dossier sui roghi da inviare in Procura
Topi nelle aule a causa delle pile di spazzatura abbandonate sui marciapiedi e i presidi minacciano: se la situazione non migliora, lunedì scuole chiuse. Succede a Roma, dove le aule, ora deserte per le vacanze, sono state occupate da ratti provenienti dai sacchetti di spazzatura che si accumulano anche davanti a porte e cancelli degli istituti. Porte che, se entro 48 ore la situazione non dovesse migliorare, lunedì resteranno chiuse, nonostante la riapertura prevista dal Provveditorato. Come riportato da Il Messaggero, l’allarme è stato lanciato dall’Associazione nazionale presidi in una lettera spedita ieri alla sindaca Virginia Raggi. Il problema è “sanitario”, avvertono i presidi. Protesta a cui, per ora, il Campidoglio non ha replicato. Nel frattempo, fonti dell’amministrazione hanno fatto sapere che "la sindaca Raggi sta ultimando un dossier da consegnare alla Procura sull'azienda romana di raccolta della spazzatura, sull'incendio all'impianto di trattamento dei rifiuti (il Tmb Salario) andato in fiamme lo scorso 11 dicembre, sull'intero ciclo regionale dei rifiuti e sugli oltre 300 cassonetti incendiati nel 2018, di cui 70 soltanto a dicembre".
La lettera dei presidi
Il “grave problema” dell’immondizia che straripa dai cassonetti davanti agli ingressi, ha scritto il presidente della sezione del Lazio dell’Associazione nazionale presidi, Mario Rusconi, “investe il tema sanitario, che potrebbe comportare in alcuni casi anche la chiusura delle scuole, soprattutto quelle dell’infanzia ed elementari la cui popolazione è composta da bambini molto piccoli, qualora non fosse tempestivamente risolto”. Per questa ragione è stato chiesto a Raggi di mettere in atto “un decisivo intervento nei confronti dell’Ama (la società dei rifiuti, ndr) affinché preveda la raccolta di tutta questa immondizia almeno nei pressi delle scuole prima della ripresa delle attività didattiche prevista per il 7 gennaio”. Altrimenti c’è il rischio che gli istituti prolunghino “la chiusura”.
Problemi sanitari e di educazioni
“Basta girare per le strade della città”, si legge nella lettera inviata dai presidi a Raggi, “e constatare i cumuli di rifiuti a volte anche ingombranti attorno ai cassonetti strapieni di immondizia vicino ai cancelli e ai portoni degli istituti scolastici. Non solo spettacoli poco decorosi, ma anche odori nauseabondi accompagnano la vista dei cittadini nel constatare come animali randagi e roditori trovino spesso bivacco attorno a questi monumenti di pattume”. Oltre ai rischi sanitari, i presidi sottolineano un altro aspetto: “Questo sconveniente scenario è diseducativo per i nostri studenti che tutti i giorni nelle aule educhiamo al senso civico, al rispetto per la città e al decoro, alla cura per il bene pubblico, alle regole della convivenza e della cittadinanza, che poi vedono puntualmente infrangersi fuori dalle loro aule a pochi passi dai portoni d’ingresso delle scuole, attorno a queste pattumiere a cielo aperto”.
Il problema rifiuti
Per l’Epifania l’Ama ha annunciato che metterà in campo 1.200 addetti. Ma la situazione è resa ancor più complicata dal fatto che l’immondizia continui ad aumentare, anche a causa delle festività natalizie. Nei primi tre giorni del 2019 a Roma sono state raccolte 7.800 tonnellate di spazzatura, circa 400 tonnellate in più rispetto all’anno passato. A tutto questo si aggiunge poi la crisi provocata dal maxi-incendio scoppiato lo scorso 11 dicembre nell’impianto di rifiuti in via Salaria, uno dei più grandi e contestati della capitale. I magistrati romani hanno aperto un'inchiesta sul rogo del Tmb Salario e starebbero indagando su un presunto assenteismo in Ama.