Macerata, spari da un'auto contro migranti: 6 feriti. Fermato italiano
CronacaIl responsabile è Luca Traini, un 28enne incensurato e originario delle Marche. Fuggito a piedi, è stato bloccato mentre faceva il saluto romano. Sulle spalle aveva una bandiera tricolore. Colpita anche sede Pd. Minniti: "Nessuno cavalchi l'odio"
Bandiera tricolore e saluto romano
Traini, raggiunto dagli agenti in piazza della Vittoria è sceso dall’auto, si è tolto la giacca e ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle. Una volta arrivato sui gradini del Monumento ai caduti, si è girato verso la piazza e ha fatto il saluto romano. A bordo della sua auto sono state trovate una pistola e una tuta mimetica, sul cruscotto piume bianche, appunti a penna e bottiglie d'acqua. Il 28enne, nella tornata elettorale dello scorso 11 giugno, era stato candidato con la Lega Nord a Corridonia, in provincia di Macerata (IL SUO PROFILO). In un manifesto elettorale il ragazzo appare insieme al candidato sindaco del Carroccio, Luigi Baldassarri. Un conoscente ha detto che Traini negli anni scorsi sarebbe stato vicino a movimenti di estrema destra. Forza Nuova ha fatto sapere di essere disponibile a pagare le spese legali al 28enne.
Sei persone ferite
Tra i sei feriti almeno uno sarebbe in gravi condizioni. Le persone sono state raggiunte dai colpi di pistola sparati in diversi punti della città: vicino alla stazione, in via dei Velini e in via Spalato, la stessa zona, nota area di spaccio, in cui abitava il presunto colpevole del delitto della ragazza fatta a pezzi, Pamela Mastropietro.
Si indaga sul movente
Le indagini svolte dai carabinieri hanno per ora escluso un collegamento diretto tra Luca Traini e Pamela Mastropietro, la giovane uccisa nei giorni scorsi vicino a Macerata. Dagli accertamenti è risultato quantomeno che i due non si conoscevano e non è stata accertata quindi alcuna frequentazione. Anche se non è escluso che Traini abbia agito in seguito all'omicidio della ragazza romana, Gli inquirenti stanno ancora approfondendo il movente che ha portato Traini a sparare.
Minniti: iniziativa criminale individuale
Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha presideuto il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico a Macerata. Il titolare del Viminale ha parlato di una iniziativa "criminale individuale" e ha invitato a "non cavalcare l'odio": "Auspico - ha aggiunto - una risposta ferma e unitaria" da parte di tutti.
Serracchiani: "Colpita sede del Pd"
Il presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha fatto sapere su Twitter che alcuni dei colpi esplosi durante la sparatoria hanno colpito una sede del Partito Democratico: "Il folle che ha sparato sui cittadini inermi e contro la sede del Pd è un esponente della Lega candidato alle comunali 2017. Chi come Salvini e Fedriga fa l'occhiolino agli estremisti prenda immediatamente le distanze".
Le reazioni politiche da Salvini a Renzi
Tra i primi politici a commentare la notizia c'è il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle”, ha detto il leader del Carroccio aggiungendo che "la responsabilità morale di ogni episodio di violenza che accade in Italia è di quelli che l'hanno riempita di clandestini”. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia ha dichiarato: "Sembra il gesto di uno squilibrato, che merita la più ferma condanna, non può essere ricondotto a una lucida connotazione politica. C'è un problema di sicurezza nelle città". Secondo la presidente di FdI Giorgia Meloni "l'Italia è in piena emergenza sicurezza. Oggi una sparatoria, un gesto folle da criminali squilibrati, senza alcuna possibile giustificazione”. L’Osservatore Romano ha parlato di “clima di tensioni e odio” mentre il presidente del Senato Grasso ha accusato direttamente Salvini di “strumentalizzare fatti di cronaca e tragedie per scopi elettorali: è tra i responsabili di questa spirale di odio e di violenza”. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha lanciato un appello “alla calma e alla responsabilità” definendo l'uomo che ha sparato “una persona squallida e folle”. Anche il candidato premier del M5s Di Maio ha chiesto "silenzio per non strumentalizzare". Il premier Gentiloni ha detto che "odio e violenza non riusciranno a dividerci".