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Emilia, Tizian: "Avvocati dei clan in osservatorio sulla stampa"

Cronaca

Il giornalista de l’Espresso, che vive sotto scorta per le minacce della 'Nrangheta, commenta a Sky TG24, l'iniziativa della Camera penale di Modena di istituire un Osservatorio sull’informazione giudiziaria.

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Un "Osservatorio sull’informazione giudiziaria" formato da quattro avvocati penalisti di Modena che dovrà vigilare sull'operato dei cronisti. E' l'iniziativa della Camera penale di Modena, che ha provocato la ferma condanna di molti giornalisti e associazioni che si battono in favore della libertà di stampa, come Articolo 21. Tra i più critici verso quel che sta avvenendo nella regione dove si tiene il maxi-processo Aemilia  sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta, Giovanni Tizian, giornalista de l’Espresso che vive sotto scorta per le minacce subite dai clan calabresi

Nell'osservatorio anche avvocati del clan 

Ospite di Sky TG24 Tizian sottolinea come in questo osservatorio vi siano anche legali dei boss del clan sotto processo e ricorda: "Alcuni imputati di Aemilia hanno urlato 'in galera' ai colleghi che raccontavano questo processo", "in un momento simile di crescenti minacce e intimidazioni, l'osservatorio sembra una sorta di controllo sull'informazione".  "Ci sono dei colleghi - ricorda ancora Tizian - che si sono costituiti parte civile in questo processo e hanno ottenuto il risarcimento, oltreché le condanne anche in appello dei mafiosi". 

L’anomalia di chi racconta

Secondo Tizian, che commenta la vicenda anche con un articolo su la Repubblica, iniziative come quella di istituire un Osservatorio sull’informazione giudiziaria in Emilia fanno capire che il messaggio da lanciare è che “l’anomalia è chi racconta gli affari delle cosche, le mazzette negli appalti, le corruzioni, i furbetti del Fisco, le infiltrazioni nella ricostruzione post terremoto, il caporalato antico e moderno”.  Per il giornalista de l’Espresso, invece, “l’anomalia sono i colleghi minacciati dai clan". L’anomalia sono tutti quei cronisti — tanti giovanissimi e precari — che a rischio della propria incolumità consumano la suola delle scarpe e raccontano dai palazzi di giustizia e dalla strada i poteri criminali, la collusione con la politica e le professioni, comprese le deviazioni della nostra stessa categoria”.

Cos’è Aemilia

Aemilia è il nome che è stato dato al maxi-processo ai danni delle cosche affiliate alla ‘ndrangheta che operano in Emilia Romagna che si sta svolgendo dal 2016 nell’aula bunker di Reggio Emilia. Ci sono 147 imputati, che dovranno difendersi dalle accuse della Direzione distrettuale antimafia di Bologna. In 37 dovranno rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso. Per gli altri ci sono reati come estorsioni, usura, danneggiamento, minacce, reimpiego di denaro di provenienza illecita, truffa, reati ambientali, in molti casi aggravati dal metodo mafioso.