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Terrorismo, Dalai Lama a Palermo: “Un vero musulmano non uccide”

Cronaca
Il Dalai Lama (Getty Images)

Il leader spirituale lo ha detto durante una conferenza al Teatro Massimo nel capoluogo siciliano. Una lezione a tutto tondo durante la quale il premio Nobel per la Pace ha parlato anche di migranti e ricevuto la medaglia d'onore della città. FOTO

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“Un vero musulmano mai uccide”. Lo ha detto il Dalai Lama nel corso della conferenza sull'“Educazione alla Gioia”, in corso nella mattinata del 18 settembre al Teatro Massimo di Palermo.

L'uso sbagliato della religione

Il leader spirituale del Tibet, al secolo Tenzin Gyatso, è in visita in Italia per un tour che dal 16 al 21 settembre lo porterà in Sicilia e in Toscana. È una lezione a tutto tondo quella tenuta nel teatro palermitano, in cui il premio Nobel per la Pace si è espresso su diverse tematiche riguardanti il nostro Paese e lo scacchiere internazionale. Innanzitutto le guerre di religione portate, secondo la guida buddista, da una deviazione dei dogmi religiosi. “L'uso sbagliato della religione può essere distruttivo – ha detto il Dalai Lama –. Denominare un certo tipo di religione come terrorismo è sbagliato. Il terrorismo è qualcosa che fa male agli altri e se fa male agli altri, non sei più buddista, non sei più musulmano o ebreo. Un vero musulmano mai uccide, un vero buddista mai uccide”.

La pace viene dall'azione

Nel corso del suo intervento a Palermo, il leader tibetano ha affrontato anche il tema della pace e del terrorismo internazionale dichiarando: “Io la mattina mi alzo alle tre e mezzo e faccio ogni giorno quattro ore di meditazione, ma la pace non viene dalle preghiere bensì dall'azione”. Sulle azioni terroristiche la chiave di lettura è quella delle precauzioni, ma anche quella della comprensione della rabbia. “Ci sono diversi tipi di paura contro il terrorismo – ha detto il leader spirituale –. Una è certamente realistica e per questo vanno prese delle precauzioni, ma quello che ci dobbiamo chiedere è per quale ragione la comunità musulmana ha cosi tanta rabbia che fa emergere tutti questi casi. Per noi è una domanda cruciale, ce lo dobbiamo chiedere, non è così scontato". Il leader si è poi detto ottimista riguardo agli equilibri della pace mondiale: “Guardo all'inizio del secolo passato – ha detto – e penso che se una nazione dichiarava guerra a una nazione vicina immediatamente tutti andavano in guerra senza chiedersi perché, verso la fine del secolo scorso le cose sono cambiate, questo indica che l'umanità sta maturando e rifiuta questo tipo di messaggio di guerra e violenza ed è pronta alla pace”.

L'accoglienza dei migranti

Durante la cerimonia di benvenuto, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha consegnato al Dalai Lama la carta di Palermo e la medaglia d'onore della città. “Il Dalai Lama – ha detto Orlando – torna a Palermo, nella 'sua' città, nella città che nel 1996 gli ha conferito la cittadinanza onoraria”. Gyatso ha accolto le onorificenze augurando “grande prosperità alla città di Palermo". Presenti all'incontro nel teatro c'erano anche 410 migranti, tra cui 40 minori, salvati nel Canale di Sicilia. “Queste 410 persone sono palermitane – ha detto il primo cittadino – Dobbiamo avere compassione per loro. Non sono stranieri, sono nostri concittadini. Basta discriminazioni. Da qui arriva l'appello perché si approvi subito lo Ius soli”. Le parole del sindaco sono state rinforzate dall'intervento del Dalai Lama: “Dobbiamo accogliere tutti i migranti bisognosi d'aiuto, e dobbiamo pensare a pacificare i posti turbolenti da dove provengono”.


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