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Esplosione Milano, genitori delle vittime: “Perché i nostri figli?”

Cronaca

I parenti di Riccardo Meglianesi e Chiara Magnamassa, morti il 12 giugno 2016 nell’esplosione della palazzina di via Brioschi, hanno depositato una lettera nel processo a Giuseppe Pellicanò, accusato di strage e devastazione 

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"I nostri ragazzi, vittime indirette di un conflitto maturato in un circuito domestico di cui erano totalmente estranei, sono innocenti in senso assoluto". Così in una lettera, consegnata stamattina ai giudici, i genitori di Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, i due fidanzati marchigiani morti per l'esplosione nella palazzina di via Brioschi a Milano il 12 giugno 2016, hanno espresso il loro dolore per la morte dei figli.

Il processo a Giuseppe Pellicanò

La lettera è stata depositata nell’ambito del processo abbreviato per devastazione e strage a carico di Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario accusato di avere svitato il tubo del gas della casa in cui viveva insieme all'ex compagna Micaela Masella, anche lei deceduta, e alle due figlie, rimaste gravemente ustionate. Per lui il pm ha chiesto l’ergastolo e il legale di parte civile un risarcimento di 1,2 milioni per i genitori e il fratello di Chiara.

“Nessuna rabbia o vendetta”

“Vogliamo provare a tenere a distanza la rabbia - scrivono i genitori di Riccardo e Chiara - che pure è la compagna inseparabile della nostra vita ferita a morte, e ancor più ogni voglia torbida di vendetta, alla quale cerchiamo di resistere con tutte le nostre forze, convinti come siamo che la sofferenza del colpevole si aggiunge a quella delle vittime e non può minimamente alleviarla né restituirci i nostri ragazzi".

“Perché i nostri figli?”

La lettera sembra essere una risposta a Pellicanò che, nei mesi scorsi, scrisse ai genitori dei ragazzi per chiedere perdono: "Desideriamo condividere con chiunque abbia a cuore questa logica alta della giustizia- prosegue lo scritto - le domande che continuano ad accompagnarci da quella mattina di domenica 12 giugno 2016: Perché? Perché i nostri figli hanno dovuto pagare un prezzo così atroce e irreparabile per una storia che non è - non è mai stata nemmeno per un istante - la loro storia?”.

“Una perdita ingiustificabile”

“Quello che ci brucia di più è proprio questo - si legge in un altro passaggio - è diventata una realtà l'ipotesi più inconcepibile e inimmaginabile, mentre si è trasformato in sogno impossibile un futuro che questi ragazzi avevano preparato laboriosamente e onestamente, mettendo a frutto con responsabilità e dedizione ammirevoli i sacrifici di noi genitori".  "I nostri ragazzi - conclude la lettera - sono innocenti in senso assoluto: assoluta è l'ingiustizia che hanno subito, assolutamente ingiustificabile la loro perdita”.