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Clima, l'IEA lancia l'allarme: "Transizione ecologica ancora troppo lenta"

Ambiente
©IPA/Fotogramma

Nonostante i progressi, gli attuali impegni sul clima colmano meno del 20% del divario di emissioni tra le impostazioni politiche odierne e un percorso verso zero emissioni nel 2050

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Una transizione difficile, quella verso l'energia pulita. Il cambiamento è ancora troppo lento per soddisfare gli impegni climatici, il che rischia di alimentare una maggiore volatilità dei prezzi. Questo il monito dell'Agenzia internazionale per l'energia, secondo cui il mancato investimento in energia pulita potrebbe causare "turbolenze" nel mercato energetico.  Sul tema il direttore esecutivo dell'IEA Fatih Birol ha affermato: "Non stiamo investendo abbastanza per soddisfare le future esigenze energetiche e le incertezze stanno preparando il terreno per un periodo estremamente incerto. Nonostante i progressi, gli attuali impegni sul clima colmano meno del 20% del divario di emissioni tra le impostazioni politiche odierne e un percorso verso zero emissioni nel 2050", continua Birol in un'intervista al Corriere della Sera, avvertendo che "tecnologie e politiche possono colmare questo divario entro il 2030. Oltre il 40% delle azioni è conveniente, come le energie rinnovabili, l'efficienza e i tagli al metano". 

Obiettivi Cop26

"Credo che dalla Cop26 (La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, ndr) debbano arrivare almeno tre cose: intanto che nuovi impegni siano presi da altri Paesi perché quel 20% diventi molto più grande. Considerando poi che il 90% della crescita delle emissioni viene dai Paesi emergenti, bisognerà trovare un meccanismo finanziario che permetta di fare in quei Paesi gli investimenti necessari. Infine i leader delle grandi economie come Ue, Usa, Cina e India, devono dire chiaramente agli investitori: se continuate ad investire nei vecchi settori di energia "sporca" rischiate di perdere denaro. Questo è il messaggio politico che mi aspetterei", prosegue il direttore prima di sottolineare l'importanza di più investimenti in energia rinnovabile. "Quello che vediamo davanti a noi è un rischio incombente di turbolenze. Stiamo assistendo oggi a una ripresa economica dalla pandemia non del tutto all'insegna della sostenibilità. Nei piani di Recovery non abbiamo inserito sufficienti opzioni di energia pulita. Nell'ottica degli obiettivi di contenimento del climate change gli investimenti in energia pulita sono solo un terzo di quanto necessario. Mi aspetto che la spinta proveniente dalla Cop26 possa aiutare ad accelerarli", ha concluso. 

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