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Analisi Climate Action Tracker, un solo Paese all’altezza dell’accordo di Parigi sul clima

Ambiente

Il nuovo rapporto rivela che solo il Gambia è in linea con i traguardi di abbattimento dei gas serra entro il 2030. Tutti gli altri Stati, compresi quelli che compongono il G20, sono in ritardo

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Mentre la COP26, Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, è alle porte, sembra che l'unico Paese al mondo a essere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima sia il Gambia. Questo è il verdetto del nuovo rapporto del Climate Action Tracker, istituzione scientifica indipendente che controlla quali provvedimenti vengono messi in atto per il cambiamento climatico. 

Solo il Gambia in linea con gli obiettivi di Parigi

Per riuscire a raggiungere i traguardi di Parigi le emissioni mondiali globali di gas a effetto serra devono essere dimezzate entro il 2030 e il report rivela che, dei 36 Paesi che sono stati presi in cosiderazione dal Climate Action Tracker, solo il Gambia ha assunto impegni sufficienti in linea con questo obiettivo. Il Gambia quindi è l'unico Paese soddisfa i requisiti per l’abbattimento dei gas serra. Il piccolo Stato dell’Africa occidentale sta infatti prendendo provvedimenti per aumentare il suo uso di energia da fonti rinnovabili. Dalla ricerca emerge che tutte le nazioni, comprese quelle che compongono il G20, non sono affatto vicine agli obiettivi fissati per abbassare le temperature globali.

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Oltre 70 Stati non stanno raggiungendo i traguardi prefissati

Più indietro nella classifica del Climate Action Tracker troviamo Costa Rica, Kenya, Marocco, Etiopia, Nepal, Nigeria e Regno Unito, anche se il loro lavoro in questo senso viene considerato  “quasi sufficiente”. Sebbene il rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) sia stato visto come "un codice rosso per l'umanità" dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, questo studio ha rivelato che non c'è stata alcuna risposta urgente da parte dei più grandi emettitori del mondo, tra cui Cina, India e Stati Uniti. Il dato più preoccupante che emerge  è che ci sono più di 70 Paesi che devono ancora presentare un obiettivo aggiornato.

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