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Si è sciolto A68, l'iceberg star dei social media

Ambiente

Si era staccato dall’Antartide nel febbraio di 4 anni fa. Seimila chilometri quadrati per un miliardo di tonnellate. Secondo il National Ice Center degli Stati Uniti, l'iceberg si è ormai frantumato in migliaia di piccoli pezzi che non valgono più la pena di essere monitorati

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E’ stato per un certo periodo il più grande iceberg del mondo. Ora non c’è più. Era noto come A68, e quando si è staccato dall'Antartide nel 2017, copriva un'area di quasi 6.000 kmq, più grande della Liguria, poco meno del Friuli. Ora i satelliti mostrano che il “megaberg” è praticamente scomparso, frazionato in una miriade di frammenti più piccoli e non vale la pena monitorarlo più. A68 si era staccato dalla piattaforma di ghiaccio Larson C, ai margini della penisola antartica. Rimasto praticamente immobile per un anno, ha poi iniziato a spostarsi verso nord con velocità crescente, spinto dalle forti correnti e dai venti ruggenti di quella porzione di Oceano abbinata per sempre al nome di Francis Drake.

Un miliardo di tonnellate di ghiaccio

Il blocco da un miliardo di tonnellate, largo quanto Cipro, ha preso la rotta che attraverso l'Atlantico meridionale, l’avrebbe portato a frangersi contro il territorio britannico d'oltremare della Georgia del sud. La piccola isola dove riposano le spoglie di uno dei più grandi esploratori polari, Ernest Shackleton, è anche il luogo dove molti dei più grandi iceberg vanno a morire. A68 non ha fatto in tempo ad arrivare, consumato dalle onde, l'acqua più calda e le temperature dell'aria più elevate nell'Atlantico. Si è semplicemente frantumato in frammenti sempre più piccoli.

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Star dei social media

La verità è che A68 sarà probabilmente ricordato come il primo iceberg a diventare una star sui social media. Milioni di condivisioni in tutto il mondo di immagini satellitari online ne hanno scortato il tragitto verso la Georgia del Sud, accompagnato dalle preoccupazioni planetarie per le conseguenze sulle abitudini alimentari dei pinguini locali. Una conversazione quotidiana da record, alimentata su Twitter e Instagram dalla facilità di accesso a una suite di strumenti di dati spaziali disponibili pubblicamente. Siamo stati in grado di seguire i suoi progressi con immagini satellitari giornaliere, a un livello di dettaglio inimmaginabile prima.

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Cavia per la scienza

A dire il vero, per quanto siano pochi gli oggetti più adatti a rappresentare l’effimero di un iceberg, A68 non è stato solo una transitoria star da social. Ha trovato anche il modo di contribuire alla scienza. Il suo luogo di origine, Larsen C, è un'enorme piattaforma galleggiante di ghiaccio, costruita dalla fusione delle lingue dei ghiacciai che sono scivolate dal continente nell'oceano. La storia della vita di A68 quasi certamente dirà ai ricercatori qualcosa sia su come sono costruite le piattaforme di ghiaccio, sia su come si rompono per produrre iceberg. La maggior parte dei glaciologi considera l'A68 come il prodotto di un processo molto naturale. Le piattaforme di ghiaccio manterranno un equilibrio e l'espulsione di iceberg è un modo in cui bilanciano l'accumulo di massa dalle nevicate e l'ingresso di più ghiaccio dai ghiacciai che si alimentano sulla terra. Quindi, in questo senso, parlando in maniera strettamente scientifica, non sarebbe così appropriato presentare A68 come il poster ideale per i cambiamenti climatici indotti dall'uomo. Ciò detto, poiché il riscaldamento globale è purtroppo più che reale e i suoi effetti devastanti, A68 può servire a spiegare i processi attraverso i quali il riscaldamento può distruggere le strutture di ghiaccio e come il ghiaccio si trasforma in poltiglia molto rapidamente. Uno di questi processi viene chiamato “hydrofracturing”: il riscaldamento produce molta acqua di fusione superficiale che poi riempie fessure e crepe, guidando queste aperture fino alla base del ghiaccio. Verso la fine dell'esistenza di A68, ci sono stati alcuni esempi spettacolari in cui l'idrofrattura ha trasformato i frammenti rimanenti in poltiglia quasi dall'oggi al domani. Un esempio di evoluzione rapida di un iceberg, che ci fa capire come le piattaforme di ghiaccio potrebbero collassare in un mondo più caldo.

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