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Caraglio, foto ritoccate di professori e compagni sui social: sospesi 300 alunni

Piemonte

I ragazzi sono però obbligati a frequentare le lezioni. Le immagini sono state pubblicate su gruppi social, modificate con "scopi denigratori e accompagnate da parolacce, insulti, allusioni sessuali", spiega la dirigente scolastica

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Trecento alunni di una scuola media di Caraglio, in provincia di Cuneo, sono stati sospesi con l'accusa di aver scattato foto di nascosto a insegnanti e compagni, durante la dad o in classe, pubblicandole poi sui gruppi social modificate con "scopi denigratori e accompagnate da parolacce, insulti, allusioni sessuali". La decisione è stata presa dalla dirigente dell'istituto, Raffaella Curetti, che ha sospeso 12 classi, obbligando però i ragazzi a frequentare le lezioni.

La dirigente scolastica: "Amareggia che nessuno abbia ritenuto di fermare questa catena"

"Alcuni hanno ammesso le loro responsabilità, i più hanno negato. - spiega Curetti - Moltissimi hanno riconosciuto di aver visto le immagini. Amareggia che nessuno abbia ritenuto di fermare questa catena, segnalando la cosa ai genitori o agli insegnanti".

La lettera ai genitori

La dirigente dell'istituto comprensivo ha scritto una lunga lettera ai genitori per spiegare il motivo del provvedimento, nella quale precisa di aver imposto a tutti gli studenti colpiti dalla sospensione di andare a scuola "per riflettere su quanto accaduto". Il Collegio dei docenti della scuola secondaria "ha avviato una profonda riflessione interna, condividendo l'amarezza per la superficialità e la mancanza di rispetto manifestata dai ragazzi, verso compagni e insegnanti. E ha concordato sul fatto che occorra dare un segnale netto". Nella lettera la dirigente non esclude di adottare altri provvedimenti e ricorda che in Europa il limite per iscriversi su un social (il cosiddetto "consenso digitale") è di 16 anni, mentre in Italia è di 14: sotto quell'età "deve essere registrato il consenso dei genitori. Che ne hanno anche la piena responsabilità - scrive ancora la preside -. Alcune immagini circolate e diffuse in modo molto ampio sono altamente offensive e i genitori degli alunni interessati, o i docenti, faranno le loro valutazioni se procedere anche in altre sedi".