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Maltempo, frana minaccia l'A5: riaperto tratto della Torino-Aosta

Piemonte
Il cartello con l'indicazione di Quincinetto dove, in località Chiappetti, una frana ha causato la chiusura di 18 chilometri dell'autostrada A5 Torino-Aosta (ANSA)

Tra Quincinetto e Pont-Saint-Martin si viaggia, sulla carreggiata in direzione Aosta, con doppio senso di marcia. Resta precauzionalmente chiusa la carreggiata in direzione Torino

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È stata riaperta, poco dopo le 17, la circolazione sull'A5 Torino-Aosta, chiusa questa mattina per una frana, verificatasi in località Chiappetti di Quincinetto (Torino), che si è staccata dal versante della montagna che si trova a ridosso dell'autostrada. La società Ativa che gestisce quel tratto della A5, una volta rilevate le condizioni di sicurezza, ha deciso per la riapertura parziale: tra Quincinetto e Pont-Saint-Martin ora si viaggia sulla carreggiata in direzione Aosta con doppio senso di marcia. Resta precauzionalmente chiusa la carreggiata in direzione Torino.

Caratteristiche della frana

Si tratta di vari fenomeni franosi di differente tipologia e natura: alcuni possono avere un'evoluzione estremamente rapida e altri più lenta, ma tutti sono collegati tra loro. A innescare il crollo - prima dei blocchi instabili in alto e poi della grande frana sottostante (che si trova tra 1150 e 750 metri di quota) - possono essere piogge prolungate e particolarmente intense. Finora il movimento del fenomeno franoso è stato piuttosto costante (massimo un centimetro all'anno).

Il comunicato di Società Autostrade Valdostane

L'autostrada, ha precisato in una nota Società Autostrade Valdostane (Sav), "è stata chiusa dalle 11 alle 17, nel tratto tra Quincinetto e Pont Saint Martin per una lunghezza di circa 4 chilometri. La chiusura si è imposta nel rispetto dei protocolli di prevenzione e sicurezza adottati dalla Società, a seguito della marcata accelerazione di un sistema franoso in località Chiappetti nel comune di Quincinetto". I sensori del Sistema di Monitoraggio integrato installati da Sav lungo il versante della montagna interessata dall'evento, in collaborazione con il Centro per la Protezione Civile dell'Università di Firenze, avevano evidenziato "su due punti di rilevamento il superamento, a seguito delle forti precipitazioni di ieri, della soglia di velocità 2 con il raggiungimento del livello di criticità rosso che prevede, secondo i protocolli adottati, la chiusura del tratto autostradale con deviazione su altra viabilità e filtraggio dei mezzi pesanti". Poi dati sono rientrati sotto le soglie di sicurezza e il tratto autostradale è stato riaperto al traffico con una corsia per senso di marcia.

Le parole del sindaco di Quincinetto

"Dal 2012 segnaliamo i problemi di questa frana, ma dal ministero nessuna intervento ormai non sappiamo più come muoverci", sono le parole di Angelo Canale Clapetto, sindaco di Quincinetto. Secondo il sindaco, nel pomeriggio la situazione dovrebbe rientrare appena arriveranno i dati precisi dalla centrale operativa di Firenze che monitora i sensori piazzati lungo la frana.

Uncem: "Ministero sta zitto..."

Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Bussone, presidente nazionale dell'Uncem: "La frana probabilmente si muove. E così il concessionario della A5 Torino-Aosta decide di chiudere l'autostrada. I Sindaci e le Amministrazioni locali, in primis di Quincinetto, subiscono questa situazione con ripercussioni gravissime sul traffico ed evidenti rischi. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che fa? Sta zitto. Al posto di obbligare il Concessionario a risolvere i problemi con opportuni investimenti, tace. E non ci risponde", le sue parole.
Per Bussone si tratta di "una situazione assurda".
"Da molto tempo - ha aggiunto - si conoscono i pericoli di quella frana, monitorata da sensori. Uncem lo ha anche più volte scritto al Mit. Eppure il Concessionario, per tutelarsi, chiude la via, blocca l'autostrada. Riteniamo avrebbe potuto svegliarsi prima intervenendo direttamente su quel pezzo di versante pericoloso, investendo proprie risorse".
Uncem ha ribadito la richiesta, finora rimasta "senza risposta", di "una seria riforma del sistema autostradale che imponga ai concessionari di riconoscere ai territori attraversati un ruolo, con un ritorno economico continuativo e stabile".