Un anno di
guerra in Ucraina
12 mesi. Migliaia di morti. Un paese da ricostruire.
Migliaia di civili ucraini hanno perso la vita nel conflitto
Tra di loro, anche centinaia di bambini. Per i militari si parla di centinaia di migliaia di morti tra i due eserciti.
Sono le 4.30 del 24 febbraio 2022: è l'inizio della guerra in Ucraina.
Ricordiamo tutti la coda di carri armati russi simbolo dell'invasione russa. Un convoglio lungo 60 km in marcia verso Kiev composto da camion e autocisterne, tank da combattimento, veicoli di fanteria e scorte di artiglieria.
E un suono assordante, quello dei primi bombardamenti.
16 milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare la propria casa
Le bombe cadono sulle città. Colpiscono indistintamente palazzi, fabbriche, parchi e ospedali.
La folla di persone che tenta disperatamente di partire con il primo treno disponibile è infinita.
Kiev, Odessa, Mariupol, Kharkiv: centinaia di migliaia di persone fuggono dalle città. Dopo soli 3 giorni, secondo l'UNHCR, i rifugiati dall'Ucraina sono già oltre 300mila.
I profughi hanno cercato rifugio sotto i ponti distrutti
Uno zaino, un borsone. Gli anziani che si appoggiano al braccio dei più giovani. La mano tesa ai volontari, per muovere un passo sicuro su ponti improvvisati tra le macerie. A pochi giorni dallo scoppio della guerra, la tregua di inizio marzo doveva servire a permettere la fuga dalle città più assediate: almeno 200 mila civili da Mariupol e 15mila da Volnovakha.
Tristemente famose le immagini dei profughi ucraini ammassati sotto il ponte di Irpin, ormai distrutto, in attesa di corridoi umanitari sicuri.
Tutti i tentativi di tregua sono falliti. I primi colloqui naufragano quando la liberazione di Bucha e Irpin racconta la realtà dell’occupazione russa.
Trovate fosse comuni
e camere di tortura
Una fossa nel terreno. La polvere, il fango. Decine, centinaia di corpi.
È l'orrore della guerra.
Fosse comuni e camere di tortura tra le regioni di Kiev, Kherson e Kharkiv: questa la denuncia del governo ucraino che, nelle città liberate dall'invasione russa, ha riscontrato segni di violazione dei diritti umani.
Le "prove dei crimini di guerra" commessi dai russi sono evidenti, sostiene Human Rights Watch, e l'Ue annuncia la volontà di creare un tribunale speciale per giudicare la Russia.
Mariupol assediata: l'attacco più lungo e sanguinoso della guerra
Ci sono città diventate un simbolo di distruzione, di dolore. A Mariupol, nell'Ucraina meridionale, secondo i funzionari ucraini sono almeno 25.000 le persone uccise nei combattimenti.
E ci sono luoghi diventati monumenti della resistenza. I volti dei militari ammassati nei cunicoli dell'acciaieria Azovstal sono entrati nell'album fotografico del conflitto, un album firmato da un soldato e lasciato come una sorta di testamento, in un tweet: "Mentre sono prigioniero vi lascio le mie foto ad alta qualità, mandatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici. Sarà molto bello se vinco qualcosa, dopo essere uscito". Firmato Dmytro Kozatsky. Diffondere le immagini è l'unico modo per lasciare una testimonianza.
Il 23 febbraio 2023, un anno dopo l'inizio del conflitto, è stata diffusa la notizia della morte di Oleg Mudrak, uno dei comandanti che ha difeso l'acciaieria Azovstal. Dopo 2 mesi di assedio, i soldati ucraini erano stati costretti alla resa e fatti prigionieri. Mudrak, rilasciato dopo 100 giorni, aveva diffuso una foto simbolica dei trattamenti russi.
Per mesi la Russia ha bloccato l'export dei cereali ucraini
Il mare davanti al porto di Odessa è quasi deserto. Il blocco navale imposto dalla Russia ha interrotto le attività, l'industria, il commercio e ha creato preoccupazioni nei paesi dipendenti dal grano ucraino.
La mediazione di Turchia e ONU è stata fondamentale per l'accordo indiretto tra Mosca e Kiev per potere riprendere l'export del grano.
Tra gli Stati che attingono al grano ucraino troviamo al primo posto l'Egitto (che ne acquista 3,62 milioni di tonnellate l'anno), seguito da Indonesia, Bangladesh, Turchia e Filippine.
Novembre 2022: l’esercito ucraino libera la città di Kherson
Un'altra città, un altro simbolo. Kherson, liberata a novembre dagli invasori russi, è diventata testimone delle vittorie ucraine. In molti infatti, transitando dall'insegna all'ingresso della città, si fermano, scendono dall'auto e si scattano una foto.
Kherson ha vissuto un incubo lungo 8 mesi e ancora oggi, nonostante le truppe russe si siano ritirate al di là del fiume Dnipro, fatica a riprendersi dallo shock vissuto. La città non è ancora tranquilla,
resta sotto il tiro quotidiano dell’artiglieria russa.
Il 50% delle infrastrutture energetiche ucraine sono state distrutte, sostiene l'Onu
La guerra è fatta anche di strategia. Le parziali riconquiste di terreno da parte delle truppe ucraine hanno spinto Mosca a cambiare i suoi piani.
I bombardamenti hanno iniziato a concentrarsi sulle infrastrutture energetiche ucraine, portandole vicino al collasso, lasciando le città al buio e i civili senza riscaldamento.
E’ necessario stabilire criteri di priorità per la fornitura dell’energia elettrica, privilegiando ospedali e infrastrutture critiche.
Non c'è ancora la parola fine.
Circa 150.000 case o condomini sono stati colpiti dalle bombe
Torniamo ai simboli. I volti, certamente. Ma anche gli oggetti.
Una cucina gialla fa da sfondo ai festeggiamenti di una bambina che spegne le candeline sulla sua torta di compleanno. Riceve l'abbraccio di altri bambini e dei presenti.
La stessa cucina gialla diventa protagonista di una fotografia brutale che la mostra appesa sul precipizio, dopo che il missile caduto su Dnipro ha sventrato l'altra parte del palazzo.
Centinaia di ospedali, scuole e asili sono stati danneggiati
Ospedali, scuole e asili distrutti. Più del 20% degli edifici scolastici del Paese, 1 su 5, è stato danneggiato o raso al suolo. Secondo l'allarme di Save the Children, in un anno bambine e bambini, ragazze e ragazzi sono stati costretti a nascondersi sottoterra per circa 920 ore, pari a 38,3 giorni.
La guerra ha sconvolto le vite dei più piccoli: più di 400 minori sono morti e oltre 800 sono stati feriti.
A un anno dall'inizio della guerra, il G7 ha deciso di aumentare a 39 miliardi di dollari gli aiuti all'Ucraina e l'Assemblea Generale Onu ha appena votato una nuova risoluzione per la pace. Una pace che sembra ancora lontana soprattutto perché minacciata dall'ipotesi di un nuovo attacco in larga scala che la Russia sarebbe pronta a lanciare proprio in occasione del primo anniversario del conflitto. La nuova offensiva, secondo gli analisti, è già in atto: tra caccia, navi e sottomarini, i movimenti russi al confine con l'Ucraina non passano inosservati.