In occasione delle elezioni presidenziali del 3 novembre abbiamo intervistato quattro creator americani di TikTok dei due schieramenti - repubblicano e democratico -per capire come nasce un video politico che parli all'elettorato più giovane: quello del futuro
Qualche premessa su TikTok e la politica...
Tutto si muove intorno alle "hype house". Non esiste un equivalente sugli altri social network, perciò non valgono paragoni per spiegare come funzionano.
Le hype house sono una struttura intrinsecamente tipica di TikTok: sono degli account collettivi dove vengono pubblicati video di utenti molto popolari che hanno in comune tra loro un'idea o un interesse.
Sono quindi il centro di aggregazione perfetto per chi fa o si interessa di politica sulla piattaforma. E ovviamente negli Stati Uniti ne esistono sia di democratiche che di repubblicane, liberali o conservatrici, più o meno seguite. Comunque vitali per il dibattito interno.
Più i contenuti dei video sono polarizzanti - come ad esempio il razzismo o l'aborto - più diventano velocemente virali. E su TikTok una delle regole del successo è proprio questa: stimolare altri utenti a interagire e convincerli a rispondere con altri contenuti. Uno scambio di battute in forma di brevi video. Con toni non sempre "polite".
Gli utenti di TikTok sono giovanissimi e seguono le regole di linguaggio dei giovanissimi. E' vero, l'età media si sta alzando, ma le regole di ingaggio restano quelle dei creator originali. Anche il concetto di creator è a sé, ed è meglio spiegarlo adesso visto che useremo questo termine spesso: si può definire creator chiunque crei video e li pubblichi su TikTok; ma di fatto solo chi lo fa con un disegno e un certo stile può giustamente definirsi tale. E' un po' l'equivalente dell'influencer su Instagram, ma senza il diktat del numero di follower.
La politica su TikTok
Scrivere di TikTok in Italia è complicato perché siamo rimasti fermi ai balletti. Non tutti, ma molti lo considerano ancora “il social dei ragazzini che ballano”. Di ragazzini che ballano ce ne sono ancora, ma sono sempre meno “solo i ragazzini” e “solo i balletti”. Gli Stati Uniti, che in tante cose anticipano le nostre tendenze, sono già andati oltre. Nonostante la piattaforma non goda di vita facile, visto il conflitto con il presidente americano Trump che ha costretto ByteDance a prendere accordi con aziende americane per non dover chiudere i battenti, gli Usa sono il mercato principale per TikTok (che in Cina esiste con il nome di Dou Yin). Ed è lì che i contenuti si sono più evoluti.
Queste elezioni presidenziali sono state il primo grande appuntamento politico “vissuto” e raccontato su TikTok. Non stupisce: si è capito presto che tematiche divisive e “impegnate” come il movimento Black Lives Matter o il clima avevano potenziali virali enormi. La sfida tra Biden e Trump non ha fatto che dare nuova spinta al dibattito interno tra gli utenti, che si sono confrontati su tematiche legate alla campagna elettorale: la gestione della pandemia, l’estremismo di destra, il razzismo, ma anche il sistema sanitario o il diritto all’aborto. Tutto nel linguaggio di TikTok.
"Molti dei miei follower non possono ancora votare: l’età va dai 14 ai 20 anni. La maggior parte di chi mi segue lo fa perché vuole sapere qualcosa in più sulla politica negli Usa, avere diverse prospettive e opinioni"
Il fatto che i video siano creati da giovanissimi per i giovanissimi non li rende meno seri, anzi. Cosa c'è di più serio di influenzare il punto di vista di un quattordicenne che andrà al voto alle prossime presidenziali e che si informa esclusivamente su TikTok?
Se i giovani scelgono la piattaforma per informarsi è per via di una maggiore affinità di priorità e interessi, oltre che di linguaggio, rispetto ai media tradizionali. Ce lo conferma Harry Sisson, creator appena 18enne membro della Hype House democratica che voterà per la prima volta questo 3 novembre (LA VIDEO INTERVISTA):
"Io leggo le notizie anche sul New York Times, guardo i tg. Ma lì trovi il parere degli adulti. Tutte persone fantastiche, ma non vedono il mondo come può fare qualcuno della mia età, a 18 anni, e non si focalizzano sui problemi delle nuove generazioni".
Per molti creator repubblicani un'altra ragione per pubblicare video politici su TikTok è la convinzione che i media tradizionali siano sbilanciati a favore di Joe Biden in queste presidenziali.
Alyssa Locke, 21 anni, ha cominciato a fare video politici a favore di Donald Trump in questa estate 2020 (LA VIDEO INTERVISTA).
“Ero stanca di vedere tanta disinformazione diffusa sui social. Vedevo solo contenuti con cui non mi trovavo d’accordo e mi sono chiesta come mai fosse rappresentato sempre solo il punto di vista democratico”.
Per i suoi video guarda i trend su Twitter e le notizie, individua un argomento adatto e fa qualche ricerca, poi li gira. “Spesso si tratta di contenuti anche buffi, divertenti, ma comunque informativi, legati all’attualità. Così per i più giovani è più semplice capire cosa sta succedendo”.
Tra i temi di dibattito più “caldi” su TikTok Alyssa ci segnala la questione razziale e il diritto alla vita, di cui lei stessa è sostenitrice e su cui ha realizzato diversi video.
Non so come mai ragazzini di 12 anni siano così interessati alla politica, ma dato che è così è giusto che conoscano tutti i punti di vista. Così, quando saranno abbastanza grandi da poter votare, potranno farlo in base alle loro opinioni personali e non a quelle di qualcun altro”.
Anche Matthew Rein (aka That Liberal Guy) ha iniziato a fare video politici su TikTok durante questa campagna elettorale. Ha 23 anni ed è il fondatore della principale Hype House democratica (LA VIDEO INTERVISTA). Sostiene Biden con video relativamente “tradizionali”, ovvero commenti ironici o fact checking a partire da notizie di attualità. Realizza spesso, ci racconta, contenuti di risposta a quelli pubblicati da altri utenti, per lo più repubblicani.
“Ho aperto la Dem Hype House perché ne esisteva già una repubblicana e volevo ci fosse uno spazio dove i creator di sinistra potessero riunirsi, condividere le loro fan base, i loro follower e le loro opinioni simili”.
Oltre a creare contenuti per il suo account personale, Matthew gestisce la pagina del gruppo, selezionando i video degli altri creator da pubblicare. “Il mio lavoro consiste di fatto nel diffondere più informazioni di buona qualità possibile, cercando di coinvolgere le generazioni più giovani nel dibattito", ci racconta.
"Ora tutto ruota intorno alla sfida Trump-Biden, ma ci sono tanti temi importanti - il cambiamento climatico, il sistema sanitario, l’uguaglianza di genere - su cui penso che possiamo fare la differenza postare video su TikTok. Quello è l’obiettivo”.
Fare politica su TikTok può diventare una vera e propria attività. E’ il caso di Today Is America, nato come un progetto social e diventata oggi una piattaforma di creazione contenuti pro-americani (repubblicani) oltre che di merchandising. Il presidente è Ricky Taylor, un creator “anziano” rispetto alla media (ha più di 30 anni) che è molto amato per i suoi video in cui riesce – in massimo 30 secondi – ad affrontare temi politici ballando o scherzando (LA VIDEO INTERVISTA).
Per spiegarci come mai si è iscritto a TikTok, Ricky parla della difficoltà di dirsi apertamente pro-Trump: “Non solo i media tradizionali ne parlano male senza mostrare ciò che ha fatto di buono, ma come individui si viene insultati. Ecco perché è importante avere una community, per sentirsi parte di un gruppo, supportarsi e creare contenuti insieme”, dice.
Nonostante la guerra aperta condotta dal presidente americano nei confronti di TikTok, accusata di essere una piattaforma-spia della Cina, la grande maggioranza dei contenuti presenti è di schieramento repubblicano.
Cercando l’hashtag #Trump2020 e confrontandolo con #Biden2020 risulta evidente che i video a favore di Trump o in generale di destra siano molto più numerosi. Ricky ha un'opinione sul motivo:
"Come repubblicani, sentiamo di poter avere una voce su TikTok. Una voce che altrove, sui media tradizionali o su altri social, non possiamo avere perché sono sbilanciati a favore della sinistra. E’ su TikTok che portiamo avanti la nostra battaglia e combattiamo la narrativa democratica”.
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