Cosa Nuova

L'ultimo attacco

Tra il 1992 e il 1993 una serie di attentati e di stragi hanno segnato indelebilmente la storia del nostro Paese. Trenta anni di indagini e processi hanno portato alla scoperta e alla condanna di quasi tutti i loro autori materiali, tuttavia rimane il dubbio che le sentenze non abbiano fatto completamente giustizia. Secondo gli inquirenti, molte verità si nasconderebbero ancora tra i buchi neri investigativi, le omissioni e gli insabbiamenti che neanche la cattura di Matteo Messina Denaro, avvenuta a Palermo il 16 gennaio del 2023, sembra aver definitivamente chiarito.

Le donne coinvolte negli attentati?

Secondo la commissione parlamentare antimafia e le procure di Firenze, Caltanissetta e Reggio Calabria, che stanno continuando a indagare, sullo sfondo di quelle azioni criminali è sempre più evidente la presenza di figure esterne alla Mafia. Tra queste figure misteriose, finora mai identificate, emergerebbero alcuni profili femminili. Una vera e propria novità nella storia dell’onorata società: prima d’allora, infatti, nessuna donna risultava aver mai partecipato ad attentati o a gruppi di fuoco.

 A trent’anni da questi fatti restano ancora senza risposta una serie di domande: a chi appartiene il DNA femminile trovato su un paio di guanti e su una torcia, rinvenuti a 64 metri dal cratere causato dalla bomba esplosa a Capaci? Chi sono la donna bionda e i quattro uomini visti vicino alla vettura imbottita di tritolo che deflagrò in via Fauro a Roma? Chi sono la donna mora e i due uomini visti, da un testimone oculare, caricare due pesanti borsoni sul Fiat Fiorino esploso a Firenze in via dei Georgofili ? Ed infine, è Rosa Belotti, recentemente indagata per la strage di Milano, la donna vista parcheggiare la Uno che detonò in via Palestro?

Rosa Belotti

Rosa Belotti

Gli identikit

Circa 25 anni, magra, capelli corti e scuri: è l'identikit di una donna da identificare nelle indagini sull'attentato di via Georgofili a Firenze.

Capelli corti, tirati indietro, naso piccolo, mento rotondo, 25 anni circa. Anche questo identikit è stato realizzato durante le indagini per l'attentato di via Georgofili.

Trent'anni, alta un metro e ottanta, caschetto biondo tinto. Aveva una gonna o un pantalone scuro, un top chiaro. Questo identikit è stato realizzato nelle indagini per l'attentato di via Palestro a Milano.

Carnagione chiara, viso allungato, indossava una gonna nera una maglietta o una camicia con del pizzo sulle maniche. Anche questo identikit è stato realizzato nelle indagini per l'attentato di via Palestro.

Una possibile risposta a queste domande l’ha data recentemente la testimone di Giustizia Marianna Castro, che in una intervista esclusiva a Sky Tg24, ha raccontato di un gruppo composto da due uomini e da due donne, che si sarebbe spostato da Roma verso Firenze e Milano, nei giorni che hanno preceduto gli attentati di via dei Georgofili e via Palestro. La descrizione delle automobili utilizzate per gli spostamenti, una Bmw e una Mercedes e quella delle due donne, identificate in Rosa e Virginia, sarebbe compatibile con la descrizione delle vetture e delle figure femminili, viste sui luoghi di quegli attentati.

Secondo l’ex magistrato Roberto Scarpinato : “La presenza di donne e la compartecipazione alle stragi di altri soggetti, rispetto a quelli mafiosi, è stato evidenziato dal lavoro fatto dalla Dia sin dal 1993. C’è una informativa che dice che non sono stati solo gli uomini di Cosa Nostra a fare quegli attentati. C’è dietro un sistema criminale complesso di cui fanno parte esponenti della massoneria deviata, la destra eversiva, esperti di tecniche del terrorismo e della comunicazione di massa. Gli uomini e le donne di quegli attentati provengono da questi mondi”.

Il guanto e la torcia ritrovati sul luogo dell'attentato di Capaci: su questi oggetti sono state trovate tracce di Dna femminile

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Il guanto e la torcia ritrovati sul luogo dell'attentato di Capaci: su questi oggetti sono state trovate tracce di Dna femminile

Il guanto e la torcia ritrovati sul luogo dell'attentato di Capaci: su questi oggetti sono state trovate tracce di Dna femminile

Per il magistrato Gianfranco Donadio, membro della recente commissione parlamentare antimafia, l’ingresso delle figure femminili sui luoghi delle stragi mafiose segna un cambio di direzione nelle indagini per scoprire tutti i colpevoli di quei fatti criminali. “Trent’anni fa non si conoscevano esponenti femminili di Cosa Nostra, men che meno si era mai parlato di donne attive negli eventi stragisti. Per questo il mio sospetto è che queste donne andassero ricercate nella sfera dell’intelligence. Ci sono documenti che lo provano, c’è per esempio un rapporto della Digos in cui si parla esplicitamente di una donna terrorista che sarebbe appartenuta a una , diciamo così, organizzazione parallela, che avrebbe agito al fianco della mafia corleonese nelle stragi del ‘92 e soprattutto in quelle del ‘93. La presenza di figure femminili, disarticola completamente l’idea che a commettere quelle stragi sia stata solo Cosa Nostra. Queste donne, anche se io credo che esistano forti evidenze su un profilo femminile ben definito, hanno goduto e godono ancora oggi, di coperture ad altissimi livelli”.

I fratelli Graviano: Filippo e Giuseppe sono ritenuti responsabili degli attentati a Falcone e Borsellino

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I fratelli Graviano: Filippo e Giuseppe sono ritenuti responsabili degli attentati a Falcone e Borsellino

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La desecretazione di alcuni documenti e le evidenze emerse nel processo ‘Ndragheta stragista hanno cominciato a fare luce sulla nebbia criminale che ha avvolto questi fatti e alla presenza di esecutori non appartenenti alle cosche mafiose. Gli inquirenti hanno così accertato che dietro alla sigla Falange armata, che ha rivendicato quasi tutti gli attentati del 92-93, abbiano agito uomini dei Servizi segreti e gruppi della nostra élite militare. Nella ricostruzione emersa nel processo ‘Ndrangheta stragista è stato anche dimostrato che questi militari hanno messo in piedi campi di addestramento ai confini con la Svizzera a cui avrebbero preso parte uomini delle mafie siciliana e calabrese. E’ nelle liste dei partecipanti a quei “campi militari” che probabilmente potrebbero essere trovati gli uomini e soprattutto le donne protagoniste delle stragi di Capaci, Firenze e Milano e degli attentati a Roma.

Una cosa. Le procure di Firenze, Caltanissetta e Reggio Calabria non si sono arrese e stanno ancora indagando. Il cerchio attorno ai mandanti occulti e agli altri esecutori delle stragi si sta per chiudere.

I luoghi degli attentati

Via Palestro, Milano

Via Palestro, Milano

Via dei Georgofili, Firenze

Via dei Georgofili, Firenze

Via Fauro, Roma

Via Fauro, Roma

San Giovanni in Laterano, Roma

San Giovanni in Laterano, Roma

San Giorgio in Velabro

San Giorgio in Velabro

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Via Palestro, Milano

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Via dei Georgofili, Firenze

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Via Fauro, Roma

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San Giovanni in Laterano, Roma

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San Giorgio in Velabro

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