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Doping di stato, per la Russia a rischio Olimpiadi ed Europei di calcio

Sport

Il ciclone doping travolse la Russia nel 2014 prima nell'atletica leggera e poi con molti atleti impegnati nelle Olimpiadi invernali di Sochi. L'esecutivo della Wada deciderà a dicembre sulla partecipazione russa ai prossimi eventi internazionali

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Il tema della sospensione della Russia per doping dai grandi eventi sportivi internazionali torna di attualità e sarà oggetto di discussione domani a Montecarlo in occasione del 220esimo consiglio dell'atletica mondiale. Quasi tutto partì nel 2014 con la denuncia della mezzofondista Julia Stepanova in un documentario alla televisione tedesca Ard. Una commissione indipendente della Wada con a capo Dick Pound mise a nudo il sistema di copertura del doping di Stato che aveva visto il coinvolgimento anche del servizio segreto russo (FSB) e dei vertici della federazione internazionale di atletica leggera.  L'agenzia mondiale antidoping chiese al massimo organo dell'atletica mondiale di sospendere la Russia, cosa che avvenne nel novembre 2015. L'inchiesta negli anni si allargò' e toccò, oltre ai Giochi di Rio de Janeiro del 2016, anche quelli invernali di PyeongChang 2018. In Corea del Sud gli atleti russi conquistarono le 17 medaglie sotto l'acronimo 'OAR' (Olympic Athlete from Russia), la bandiera dei cinque cerchi olimpici e l'inno olimpico che prese il posto di quello russo cancellato.

La Wada si esprimerà su esclusione Russia il 9 dicembre

Lo scorso settembre alla vigilia dei Mondiali di atletica in Qatar la task force indipendente in seno all'ex Iaaf guidatada Rune Andersen aveva accertato ancora alcune discrepanze "tali da non soddisfare le condizioni di ripristino della federazione russa". La prossima scadenza sarà il 9 dicembre quando si riunirà l'Esecutivo della Wada per discutere la relazione del Comitato indipendente di revisione della conformità, un gruppo di lavoro che ha indagato su una serie di incongruenze rilevate in alcuni dati recuperati nel gennaio 2019 dall'agenzia mondiale antidoping nel laboratorio moscovita dell'agenzia antidoping russa (Rusada).  La risposta da Mosca non si è fatta attendere: il ministro dello sport, Pavel Kolobkov, ha affermato che "nulla è stato falsificato, che gli esperti ritengono che nulla sia stato rimosso e che non ci sono state cancellature o manipolazioni". Se l'Esecutivo della Wada non farà obiezioni sul rapporto, la Russia rischia di essere esclusa dalle partecipazioni dei principali eventi sportivi internazionali e vedersi cancellare le assegnazioni di manifestazioni, inclusa Euro 2020 che vede già inserita fra le città ospitanti San Pietroburgo.