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Concerto Primo Maggio, Giorgieness porta sul palco i suoi Mostri

Musica

Fabrizio Basso

Giorgieness è una delle tre vincitrici della finale di 1MNEXT. In Piazza San Giovanni proporrà una canzone. Il suo album Mostri è da poco uscito in versione vinile con l'aggiunta del singolo Tra chi Fugge e chi Resta. L'INTERVISTA

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Di certo non fugge e non si sa se resta. Ma quel che è certo è che in Tra chi Fugge e chi Resta Giorgieness mette la sua poetica raffinata ma concreta. Non è l'astrattismo a dominare le sue liriche bensì un forse senso del reale. Ascoltare il suo album Mostri, e ve lo consiglio, è una esperienza multi-vocale perché anche se la voce è solo quella di Giorgia D'Eraclea, così all'anagrafe, la sensazione è di ascoltare una discussione con più protagonisti. Giorgieness, che sarà tra i protagonisti al Concertone del Primo Maggio, riesce a fare parlare l'assenza. Ed è straordinariamente contagiosa. A poche ore dalla sua apparizione in Piazza San Giovanni, ci siamo sentiti al telefono.

Giorgia pronta? Cosa proporrai?
Solo un pezzo dell’ultimo album. Ma non possono rivelare il titolo. Sono pronta più fisicamente che mentalmente. E' una grande soddisfazione essere su quel palco. Siamo tre donne, la qualità era altissima già dalle selezioni. Ciò detto mi butto su un palco e suono.
Cosa rappresenta per te il Primo Maggio?
Di questi tempi è molto importante parlare di lavoro e di diritti dei lavoratori. Penso in particolare ai lavoratori dello spettacolo, a tutti quello che lavorano dietro e sono rimasti bloccati a casa.
Lo scorso 8 marzo con l’uscita del singolo Tra chi Fugge e chi resta hai lanciato un messaggio forte: replicherai dal palco del Concertone?
Ci sono messaggi sul femminismo intersezionale che mi vedono schierata. Messaggi ce ne sarannno.
Quando hai smesso di dare ascolto a chi vuole farti sentire debole? E’ bello guardarsi in faccia senza la luce giusta?
La seconda è la conditio sine qua non della mia vita. Ringrazio il mio primo manager Carlo Garrè che mi ha insegnato a essere libera. Negli ultimi anni ho lavorato molto per staccarmi dall’idea di voler sembrare una brava persona a tutti, citando Taylor Swift. Ora lancio messaggi senza l'ansia di dover piacere a tutti.
Il giardino del torto è la tua confort zone?
E' quel posto dove incontro le persone stratificate. Lì si ricrea ogni volta la sensazione bella dello stare con chi mi fa sentire me stessa.
Voglio essere un pensiero e non un abito: siamo ancora a questo punto? Troppi mostri intorno alle donne?
Si lega sempre al concetto del guardarsi un faccia. La musica deve arrivare prima, quando ho iniziato circa dieci anni fa, ma vale anche per chi ha iniziato molto prima, non si guardava sempre il look. Poi, lo confesso, adoro i vestiti e ne ho l'armadio colmo, ma vengono dopo.
Il bacio che fa bruciare la bocca mette tenerezza in un’epoca dove tutto si consuma e in fretta sui social: sei una romantica?
Molto ma sono rimasta scottata un sacco di volte. Riparto sempre con entusiasmo, mai sono rimasta disullusa, sempre accolgo le sensaziono forti. Occorrono calma e lentezza per costruire un rapporto.
Il titolo è Supereroi ma racconti due persone normali: è la persona normale oggi il vero supereroe?
Sul mio profilo Instagram c'è scritto antieroina di quartiere. So di essere diventata un piccolo punto di riferimento per chi come me sente di non avere un posto nel mondo, ma ascoltandoci ci sentiamo tutti più a casa.
Anche Gilda è impregnata di dualismo: la regola in amore è essere due stati in guerra? Oppure, come consiglia tua madre, basta non fidarsi?
Un misto delle due cose, ma la mamma è sempre la mamma oltre a una grande confidente.
Ho visto in faccia la realtà e preferisco immaginare: è così avvilente quello che ci circonda?
Abbastanza sia in ambito discografico che nella vita di tutti i giorni. Ci sono situazioni che ho scelto di vivere al margine dell’ambiente.
Tre piccole cose nelle quali hai trovato pace?
I pomodori con la mozzarella, uno spazio mio che può essere una casa o una stanza come in questo momento storico, e stare sul palco che magari non sembra piccola ma mi ha rimesso in piedi.
Tempesta è l’ennesimo brano a due voci: alla fine dell’album cosa hai strappato dalla memoria? E nella vita di un altro entri in punta di piedi o, per dirla come Alda Merini, vai a scatenar tempesta?
Sono un carro armato non per cosa faccio ma per cosa sono. Mi concedo molto alle persone ma scelgo con parsimonia. Credo siano tutte come me ma non è così. So che se entro...riempio la stanza.
Hai scritto cosa ci lasci, ma questo album cosa ha lasciato a te?
Serenità, un team che mi ascolta e stima e di consguenza mi ha fatto crescere. Credo nel percorso di crescita, di scoperta, di studio. Cerco di migliorarmi per essere sempre di più me stessa.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Il 20 maggio si parte in tour e a breve annunciamo le date. Poi tornerò in studio presto per creare altre canzoni.

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