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Marlene Kuntz, la resistenza parte dall'umanesimo dal Karma Clima

Musica

Ostana, Piozzo e Paraloup, qui germoglia la Music Factory della band incentrata su temi attuali e urgenti: nuovi modelli di sviluppo culturale, economico e turismo sostenibile per lanciare un importante monito sul cambiamento climatico. Il tutto lavorando al nuovo disco

 

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Un sabato mattina in un luogo che si chiama Paraloup, comune di Rittanta, Piemonte resistente, ha un qualcosa di impagabile. E non solo perché il cielo terso ha una fascinazione stilnovesca o forse, vista la contiguità, occitana. I Marlene Kuntz hanno scelto il Piemonte meno noto e più fiero per lavorare al nuovo disco ed evangelizzare, a loro modo, laicamente, l'umanità su clima e l'ambiente che stiamo smantellando. Prima di Paraloup, dove è nato il primo embrione di Resistenza partigiana con Giorgio Bocca, Nuto Revelli, Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco,per calare un poker di nomi. Trovo lì Cristiano Godano e Luca Lagash e il primo tema riguarda la scelta di quei borghi recuperati, oggi simbolo di imprenditoria e rispetto, umano e della natura: "L'idea è quella di confrontarci con o modelli più significativi realizzati nella provincia di Cuneo negli ultimi trent'anni. I Marlene ne sono parte. Ostana, Piozzo e Paraloup apparentemente non sono connesse a arte e musica ma l'ambiente e le aziende che si sono sviluppate innescano una forte relazione nel percorso di scrittura e posizionamento nel sociale. Vogliamo, dobbiamo capire come si sono relizzati creando esperienze apparentemente impossibili, come si può trasferire il nostro mondo culturale e artistico anche a un modello di impresa, come ci si oppne, civilmente, al cambiamento climatico". Ricollegandoci ai meeting che vengono fatti tra i grandi della terra per fermare il declino del mondo, Lagash racconta che "esistono due dimensioni, quella pubblica dei ministeri e quella invisibile con le università fatta scambi di esperienze; ho partecipato a incontri dove si è parlato delle scuole del Malawi e del Buthan e di come si può tentare di cooperare per fare modifiche anche piccole ma che, se collettive, potrebbero portare cambiamenti veri".

La presenza dei Marlene Kuntz in questi posti è connessa in almeno due casi a esperenze di avvicinamento tra loro a chi li ospita. A Paraloup già erano stati per un concerto intervista nell’ambito della resistenza partigiana e per la visita all'archivio storico: una connessione ideale e sociale. A Piozzo c'è il birrificio Baladin col quale sono connessi perché fecero una edizione limitata di birra a loro dedicata. Ostana è legata a una intuizione di Lagash che ha definito un miracolo la sua rinascita, è abbacinanta guardarla e ammirare quello che un architetto ha realizzato con la complicità della cooperativa Viso a Viso.

Questo triangolo ideale voluto dai MK avvia un percorso di esplorazione e partecipazione: "Per potere partecipare - dicono - devi capire con chi confrontarti. Vogliamo spingerci fino in Sicilia per continuare questa ricerca di partecipazione e interazione con cooperative di comunità, stiamo scoprendo un mondo molto florido. Il Piemonte ha migliaia di borghi tra il semi-abbandonato e la riqualificazione. Partecipazione è una keyword di questa nostra esperienza, trovarsi di fronte fisicamente sta diventando un tema, siamo sempre più intubati coi social e le loro diatribe. Partecipare significa riappropriarsi di un lato umano. Sono piccole azioni che anche se fanno bene solo a una piccola comunità in una ottica più ampia contribuiscono a fermare la deriva del mondo".

I Marlene Kuntz hanno pubblicato dieci dischi e ora stanno lavorando al nuovo progetto atteso per la prima metà del 2022. Poco si sa se non che tra i protagonisti c'è l'elettronica. Cristiano Godano dice di essere "concentrato sui testi, sono permeato da queste atmosfere. Confermo che il disco ha una consistente matrice elettronica ma umana perché quando si cita l'elettronica si pensa al tasto pigiato e alla sequenza che parte. Non è un album chitarristico, le chitarre, che sono il pilastro della nostra storia, sono il contorno e non la parte centrale del sound. Partecipano al gioco creativo ma con altre dimensioni sonore, sia acustiche che elettroniche, ma soprattutto l'insieme è pervaso da una influenza di questi luoghi. Fare convergere in un unico progetto molti strumenti oltre alle chiatarre ha un significato forte. Speriamo di uscire in tarda primavera". E anche questi sono messaggi di resistenza, una resistenza culturale.