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Pat Metheny: un album è come un romanzo

Musica

Bruno Ployer

foto: Jimmy Katz

Il grande chitarrista esce con 'Side eye NYC (V1.IV)', suonato insieme a giovani talenti e ci dice perchè fare un album è per lui importante, anche in un mondo di cose brevi

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Pat Metheny tocca le corde della chitarra come quelle delle sensazioni. Ne tira fuori stupore, malinconia, gioia di vivere, accelerazione, respiri e tutte le sfumature dei suoni e delle emozioni. Succede anche in ‘Side Eye NYC (V1.IV)’, il nuovo album del musicista che, dopo 45 anni di carriera discografica e 20 Grammy conquistati, fa ancora dischi che ti lasciano la voglia di ascoltarli di nuovo, dopo il primo assaggio.

 

Pat Metheny, lei è in carriera discografica dal 1976. Oggi che significato ha per lei registrare un nuovo album?

 

Per me la forma album, CD o LP, ha valore: è come un romanzo, una storia con diversi capitoli; è il contrario di un singolo, di una frase. Oggi viviamo in un mondo dove tutto è molto più piccolo, ma credo che l’album non sparirà, perchè ci sono sempre alti e bassi. Per me è una strada praticabile per raccontare una storia, questo è il punto. Per me è anche un capitolo di una storia più ampia che, piaccia o no, dura da 45 anni.”

 

‘Side eye NYC (V1.IV)' mette l’ascoltatore davanti a un palco virtuale: è stato registrato prima della pandemia e contiene nuove composizioni e rivisitazioni di brani come ‘Better days ahead’ e ‘Timeline’, che i fan di Metheny conoscono bene.

 

“Ho fatto un paio di dischi come questo – ricorda Metheny-: uno è ‘Travels’, che aveva metà cose nuove e metà repertorio. Anche quello era un album in trio. Quando siamo in studio per questo tipo di musica, suoniamo soprattutto in presa diretta. Sostanzialmente suoniamo di fronte a microfoni invece che davanti a persone. Mi sembra una buona soluzione per questa formazione.”

 

Inscatolare questa musica nel Jazz o in un altro genere  è approssimativo: diciamo che Pat Metheny si prende tutte le libertà di un grande artista e pesca suoni e atmosfere senza pregiudizi, come ha sempre fatto. Nella sua carriera Metheny ha suonato insieme a molti altri giganti della musica, in questo album ha scelto talenti della nuova generazione, come James Francies alle tastiere e Marcus Gilmore alla batteria.

 

“Ho voluto invitare in questo mondo alcuni giovani – Racconta Pat Metheny-  persone che erano cresciute con un po’ delle mie cose nella loro dieta e sono diventati i musicisti esperti che sono ora. Avevano dei punti di vista molto interessanti”.

 

Pat Metheny è già in tour per accompagnare l’uscita di Side eye NYC (V1.IV): ha in programma oltre 100 date mondiali, con arrivo in Italia a Maggio, dove suonerà a Padova, Foggia, Roma, Torino e Milano.

Vuole dire qualcosa al suo pubblico italiano?

 

La prima cosa che voglio dire è che mi mancate davvero tanto. Per me suonare in Italia è come la destinazione per eccellenza.  Quando compongo musica o registro un disco penso sempre a Napoli. Penso sempre a come sarà suonare questa musica in uno di questi meravigliosi scenari all’aperto dove ho avuto la fortuna di esibirmi nel corso degli anni. Per tutti noi questo periodo è stato terribile. Sono entusiasta di vedere sulla lista che, incrociando le dita, potremo venire a suonare di nuovo per tutti voi”