In Viaggio con Pino Pinaxa Pischetola verso l'omaggio a Franco Battiato
MusicaSi avvicina la serata dedicata al Maestro, in programma all’Arena di Verona il 21 settembre. Le anticipazioni dell'ingegnere del suono durante le prove. L'INTERVISTA
Vivremo anche in una Povera Patria, ma che diventa ricca quando ascolta Franco Battiato (LO SPECIALE). L’appuntamento è all’Arena di Verona il 21 settembre per una serata unica, destinata a fare storia: si tratta di Invito al Viaggio – Concerto per Franco Battiato. Tra gli artefici di quella lunga notte c’è Pino Pinaxa Pischetola, l’ingegnere del suono per antonomasia. Con l’orchestra diretta da Carlo Guaitoli fa le prove al Teatro Ariosto di Reggio Emilia.
Come sei stato coinvolto in questa bella avventura?
Quando Francesco Cattini ha pensato di creare questo evento tributo ha istituito un mini comitato di direzione artistica del quale fanno parte Stefano Senardi, nume della musica e amico di Franco, Carlo Guaitoli, suo pianista storico e direttore orchestra e io, che ho affiancato Franco dal 1998 e fine anni 80 al Logic Studio.
Insomma quasi quattro giudici...
Infatti abbiamo fatto votazioni per qualsiasi argomento: la lista brani, gli artisti da coinvolgere e le scelte artistiche in generale…proprio alla X Factor. Abbiamo garantito rigore nelle scelte, consci che bastavano tre sì perché la proposta passasse. E siamo certi che quei tre sì sarebbero stati approvati da Franco.
Vista la lista degli ospiti sarà un concerto lunghissimo.
Contiamo di non terminare dopo l’1, sperando di farcela per mezzanotte e mezza. Cercheremo di sensibilizzare gli artisti a cantare e non parlare.
Prevedete duetti a sorpresa?
Ci saranno dei duetti ma pochissimi, l’idea è stata quella di cercare in primis di scegliere un cast con affinità con Franco Battiato, soprattutto per i giovani che non lo hanno conosciuto ma sono stati influenzati dalla sua musica, tipo Colapesce e Dimartino; poi Mamhood che lo ama e artisti che con lui hanno lavorato tipo Giovanni Caccamo, Luca Madonia, Alice, Juri Camiscasca e Roberto Cacciapaglia.
La parte più difficile?
Una sofferenza dire dei no ad alcuni artisti. Sai Franco parte nei primi anni Settanta e grazie alla sua generosità e umanità puoi immaginare quanta gente ha conosciuto.
L’attribuzione artista-brano?
Nella maggioranza dei casi l’abbinamento è stato naturale mentre lo abbiamo fatto educatamente notare se non ci convincevano. Sai l’abbinamento è facile con le conoscenze.
Fossi un artista cosa avresti cantato?
Di certo Povera patria.
Artisticamente che missione vi siete dati?
La vera scelta che ha reso tutto questo più facile è stata rispettare il più possibile gli arrangiamenti originali. Poche eccezioni per il resto sarà come essere a un concerto di Franco. Non è un concerto di cover, avrebbe snaturato il progetto. Franco era anche un arrangiatore e compositore, non curava solo melodia e testo ma pure la musica in prima persona: sue le canzoni sua la musica.
Diventerà un album?
Non lo so ma nel dubbio registriamo tutto.
Ricordi il primo incontro con Franco?
Al Logic Studio di Milano che era dislocato all’interno della CGD; ero entrato come assistente e lui stava registrando credo Fisiognomica col suono del pedale tonale del pianoforte e voleva catturare le risonanze per suonarle poi a piacimento con tastiera e campionatore. Era nervoso perché quel suono non arrivava, io timidamente ho chiesto di provare e toccando le manopole giuste si è creato il suono che poi ha usato per sempre. E' stato uno dei primi a farsi l’home studio a casa. Poi ci siamo ritrovati per Gommalacca dove voleva una sonorità più dura.
Su che altro stai lavorando?
Con i live fermi lavoro in studio soprattutto con la regia dolby atmos che è audio immersivo, è lo standard della Apple.
Ti diverti ancora a fare questo lavoro?
Con l’età che cresce ho più bisogno di riposarmi. I tempi di oggi non sono rilassati. Cerco di andare a letto presto. E comunque mi diverto.