E' un disco composto da arrangiamenti jazz, con una forte colorazione latina e brasiliana, groove afro-americani e melodie italiane, di alcune delle canzoni più iconiche della musica italiana d’autore. L'INTERVISTA
Instintivamente, quando ascolto un album, con rivistazioni di brani epocali penso che ci sia tanto coraggio ma poco slancio. Perché l'idea del confronto con l'originale da stimolo può diventare un freno. Ma sono bastate poche note di Estate, l'album di Giulia Malaspina, per comprendere che stavolta il solo limite era che non c'era un limite. Dunque l'artista milanese ha scelto un florilegio di brani di autori "intoccabili" e li ha rivoltati come un calzino, forte della sua anima contaminata e contaminatrice. Questa antologia sonora nasce a Boston, germoglia a New York matura a Milano. Ve la racconto attraverso le parole di Giulia Malaspina, con la quale ci siamo "visti" virtualmente.
Giulia partiamo dalle origini dell’album?
Il progetto è nato nel 2014 quando frequentavo ultimo anno al Berklee College di Boston. Volevo realizzare un brano mischiando jazz con soul, ritmi africani, musica brasiliana ed Estate di Bruno Martino mi è parso il più adatto in italiano perché volevo farlo nella mia lingua a conferma dell'italianità che mi porto dentro. E’ uno standard jazz nato in una notte. E' riuscito bene al punto che ho vinto il concorso Made in Jazz in New Yor. Da lì l'idea di allargare la ricerca e trasformare il tutto in un progetto discografico.
Come hai scelto i brani?
Non sono andata oltre gli anni 80. Caratteristiche: semplici, belli, poetici e simili a Estate. La scelta è caduta su Sergio Endrigo con Io che amo solo te, Paolo Conte con Onda su onda, Migliacci e Defilippi con Tintarella di luna, Gino Paoli con Questa lunga storia d’amore, Paolo Conte con Azzurro e Luigi Tenco con Mi sono innamorata di te.
Quando hai iniziato a lavorare su Estate immaginavi che sarebbe stata la svolta?
Il mio primo disco, No More Pain, è stato di brani originali. Mi piace la figura dell’arrangiatore e ti anticipo che vorrò fare un volume due, non pensavo mi piacesse così tanto. E' stimolante fornire una nuova voce a brani esistenti aggiungendoci il concetto del nostro tempo.
Ho sentito due libertà...artstiche. In Onda su Onda c’è un cambio di nome: Sara diventa Paolo.
E' dedicata a Paolo Conte, gli chiedo se mi ascolta e danza con me. Mi piacerebbe sapere se ha ascoltato la mia versione e che ne pensa.
In Questa lunga storia d’amore nella narrazione il femminile dell'originale diventa maschile.
Erano brani tutti già composti ma ho cercato di renderli miei in quello che ci sta attorno, in armonia, ritmo e improvvisazione.
Non è che ti sei anche innamorata perché non avevi niente da fare?
Potrebbe essere (ride, ndr).
Chiudi l'album con un brano acustico tuo, Come un fiore: è una indicazione per il lavoro di inediti in preparazione? Come precede la collaborazione con Jim Beard?
Ci lavoriamo circa da un anno e ora siamo pronti a registrare da remoto. Abbiamo scelto tutti i musicisti, sarà pronto per la primavera e poi cercherò una etichetta discografica interessata. Vorrei uscisse a fine 2021 ma vista la situazione non sarebbe un problema aspettare il 2022.
Che puoi dirmi sul secondo capitolo di Estate?
Ho già guardato un po’ di brani. Il periodo di ricerca si ferma agli anni Ottanta ma non escluso un brano di inizi anni Novanta. Il mio è un genere difficile e non mi pongo questioni né limiti.
Anche tu odi l’estate oppure vorresti vivere in un luogo senza inverni?
Mi pace seguire il corso delle stagioni.
Boston, New York…quanto conta oggi una formazione internazionale?
E' fondamentale soprattutto se ti confronti col jazz. O scegli di fare in cantautore o musica indie oppure devi viaggiare, la musica nera arriva da lì. E poi ci sono la Bossanova, amitissima da molti jazzisti, la Samba, maestri brasiliani e cubani...ti confermo che una esperienza all'estero è determinante.
Infatti la tua cifra stilistica più immediata è la contaminazione: come giochi con gli elementi?
Ho sempre fatto tutto da sola. Ho studiato tecniche armoniche e quello è il mio punto forte: da lì sperimento in modo estremo e poi ci lavoro.
A un adolescente che ti chiede cosa è il jazz cosa rispondi?
Che è un universo molto libero e per farlo devi avere un vocabolario sviluppato. Non ti stanca mai, c'è tanta improvvisazione. E' il genere più completo e tutti ci devono passare.