In Evidenza
altre sezioni
Altro

Con Nayt nel Mood della consapevolezza: l'INTERVISTA

Musica

Fabrizio Basso

Prodotto da 3D, in questo album l'artista di Isernia si mette a nudo, coniugando il suo lato più impulsivo con quello più introspettivo. Il risultato è un connubio tra il percorso privato della vita del rapper e l’affrontare temi legati alla contemporaneità, con l’unico scopo di smuovere le coscienze di chi ascolta. L'INTERVISTA

Condividi:

Un viaggio sul crinale della coscienza, col rischio di scivolare ma con la consapevolezza che sbagliare è meglio di non fare. In Mood, Nayt, all'anagrafe William Mezzanotte, si racconta senza remore e ci accompagna in un mondo che ha dei principi universali. Il valore aggiunto sta nell'arte del racconto, che non è mai impositiva ma invita alla riflessione. Perché dentro ogni verità regna una soggettività. Ci siamo parlati al telefono.

Ti è capitato almeno una volta di trovare una realtà all’altezza dei sogni? Anche perché la tua generazione ti dice grazie del sogno…
Il disco è uscito e sta avendo riscontro anche attraverso i messaggi. La qualità è importante in generale nel proprio lavoro e ripaga e può andare oltre certe regole. Sono felice di vivere questo riscontro e di percepire la comprensione nella mia musica; è un messaggio per chi lavora tanto seguendo le proprie passioni e magari si trova a terra perché non sanno se ce la farà. Se non fermi il sogno è una bella vittoria.
Esistono ancora gli artisti perennemente dannati?
Sono quelli che ritengo ripetitivi, che fanno discorsi fine a se stessi, non è bello notare che certe cose che sembrano belle poi sono superficiali. Non devo assecondare il sistema e i meccanismi altrimenti la colpa poi è mia. Fai un passo avanti e prendi atto che devi crescere: siamo sempre a parlare di soldi, infelicità, della gente che ti sta intorno per la fama…sappiamo che è così e andiamo oltre.
Cosa è per te un disco…rrendo?
Ne ho sentito tanti nell’ultimo periodo, vuoti, da usa e getta, fatti senza ambizione, senza fame, senza voglia innovare. Percepisco molta omologazione in tanti artisti, e mi riferisco al panorama italiano e non. Ripetività di argomenti, sound e attitudine è il peggio. Preferisco ascoltare i nuovi perché sono più spontanei, il rischio è che andando avanti la perdi.
Soffri di blocco dello scrittore?
Soffro di crisi cicliche. Soprattutto dopo Raptus 3, ho attraversato crisi più presenti e pesanti. Prima della quarantena non è che non scrivevo ma si capiva il mio periodo di smarrimento. E' tosto da affrontare ma la crisi è sintomo positivo se la gestisci.
A chi il rap dice grazie?
Agli artisti che non si adagiano nella confort zone. E’ una attitudine ribelle ed esplicita andare fuori dagli schemi in maniera sana ma anche malsana a volte.
Tuttappò è la tua rivincita verso chi e verso cosa?
E' il brano dove dò più voce all’ego. L’autostima dobbiamo averla ma non va ostentata.
Il solo feat è con Mezzosangue in Lividi: perché?
E' nata spontaneamente da un rapporto di amicizia. E’ un artista romano, lo rispetto e ammiro, ha una capacità di scrittura tra le più talentuose in Italia. Era il pezzo con la strofa vuota e piaceva l'attitudine…sono uno che da la direzione ma poi mi piace sfruttare istinto e creatività.
Voglio valere non prevalere: non credi che i due valori vadano assieme?
Lo dice Mezzosangue in Lividi. Io dico che non si sposano per forza, dipende dal punto di vista, nella canzone significa che vogliamo fare qualcosa di bello che rappresenti la nostra unicità senza per forza dover pensare alla competizione, al prevalere.
Cosa ti ha fatto Milano che la maltratti in più occasioni?
Ha tante cose positive, però ho vissuto situazioni toste che mi hanno tolto l'ispirazione. E’ una città super attiva, concentrata su business erelazioni, non ha attimi distesi come Roma e mi ispira di meno. Vedo la gente presa più dalle relazioni che dalla sostanza di quello che si fa.
Mood è un album maturo, di presa di coscienza: credi che il covid (tutto sul coronavirus) ci porti tutti verso una maggiore consapevolezza di noi stessi, dell’ambiente, del futuro?
Su larga scala sicuramente sì. La gente sa da tempo quanto il mondo stia soffrendo e la pandemia lo ha accentuato, ma riscaldamento globale e gli incendi in Australia e Amazzonia c’erano già prima; il mercato va verso una direzione bio. La presa di coscienza è anche inconscia ma non è scontato che essere in casa aiuti ad accelerare in questa direzione.
I social sono un terreno minato: hai imparato a essere superiore agli hater o ti infastidiscono ancora?
Sono migliorato ma non immune, dipende dai periodi. Il sistema immunitario mentale è più fragile quindi va a giornate. Sono più forte ma ho le mie debolezze.
La musica, la tua musica ha anche un valore didattico? Ti senti responsabile di ciò che canti?
Sono per la libera interpretazione. Si va in una direzione globale, l’artista non ha responsabilità educativa. Sono molto vero e mi preme dire come stanno le cose.  Non esprimersi diventa limitante, c’è molta insicurezza negli artisti e si ha paura ad esporsi forse perché non ci si informa abbastanza per parlarne e dunque si evita l'argomento. Io mi informo.
Come promuoverai Mood?
E’ in uscita un video sul quale ho lavorato tantissimo: un mio video non esce da gennaio 2019, ci ho investito tantissime energie, mi auguro si possa distinguere e diffonda il nome del disco. Non amo espormi sui social, lì comunico con l’assenza, preferisco far parlare la musica. Il mio è un disco nato per rimanere non per stare un pochino in classifica. E' un album di idee.