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Facci Caso, è tornata La Camba e conquista l'estate italiana

Musica

Fabrizio Basso

La Camba, nome d’arte di Federica Camba, torna sulle scene con il travolgente singolo Facci Caso, ispirato dal libro di Kurt Vonnegut  "Quando siete felici, fateci caso”. L'intervista

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Dopo avere contribuito a costruire i trionfi altrui, ora lavora per consolidare il proprio. Federica Camba esce, pro tempore, dal ruolo di autrice, è diventa La Camba. Ora ha voglia di scrivere per se stessa e di mangiarsi il palco. Il primo passo di questo viaggio si chiama Facci Caso, ha una ispirazione letteraria, Kurt Vonnegut, una letterata, La Camba, e una poetica, il ritmo. Dietro questa triade c'è una sola persona, Federica, con la quale abbiamo condiviso un po' di tempo al telefono.

Federica il tuo facci caso trasmette un senso di libertà.
Mi sono sentita libera di esprimermi. Avevo iniziato da un po’ a lavorare a un mio progetto ma non avevo ancora trovato la canzone giusta.
Ne è passato di tempo dal tuo ultimo lavoro...
Sette anni che sono ferma. nel frattempo sono esplosi l'indie, la trap e mi domandavo come faccio a rimanere autentica io che arrivo dalla chitarra acustica? Per me era lo strumento base, con lei mi sentivo a casa. Questa canzone ha chiuso un cerchio di ricerca su di me e e mi ha fatto capire come posso essere autentica nel mio tempo.
Cosa è oggi la coerenza?
E’ riuscire a essere se stessi.
Dici che perdere è una eccezione: c’è qualche eccezione che avresti voluto evitare?
Quotidianamente ho le mie piccole perdite. Quello che più mi tormenta è non riuscire a parlare, a dire le cose a una persona quando dovresti, sentire che la giusta risposta giunge sempre un attimo dopo. Mi brucia l’implosione.

Parli di vite che non hai vissuto e che ora sei quella che non sei stata: ti togli qualche sassolino?
Sono in una rna rinascita. C'è una vita che viviamo e una che ci immaginiamo che talvolta non accade. Anche le paure e le ansie a volte sono inutili. Però è tutto questo che ci forma. Tutto il non vissuto e il futuro immaginato mi ha formata. Non ho spirito di rivalsa solo una grande voglia di rinascita. Ci sono dei cicli dai quali bisogna rinascere.
Hai la vita sul tuo palmo: ci sono volte che il palmo lo hai offerto a chi non meritava?

Sento di pancia, sono un animaletto di poca testa e tanta pancia. Per questo ho affidato le mie speranze ed energie a una cosa per poi vedere che erano state malriposte. Ora è il momento della musica indipendente, devo uscire dalla confort zone se no resto catalogata come autrice e non potevo ripermettermelo. Voglio cantare le cose scrivo. E sono felice del momento degli indipendenti.
I tanti vestiti che cambi nel video hanno anche un valore simbolico?

I cinque cambi sono tutte le mie vite. Ho preso i canoni di alcuni personaggi. Le vite possibili non sono necessariemente vere.
C’è qualche canzone che hai dato ad altri che avresti voluto per te?
Scrivo tantissimo, quello che ho scritto ieri già non appartiene a chi sono oggi. Magari alcune le reinterpreterò nei concerti.
Lavori molto con Daniele Coro: come nasce una alchimia tra autori?
Ora abbiamo deciso di aprire le frontiere e collaborare con altri. Per anni abbiamo riempito una valigia di roba nostra. Ora che il nostro canone di scrittura è riconoscibile. è giusto, per essere stimolati, muoverci in maniera autonoma.
Hai una voce identitaria.
So che ha caratteristiche riconoscibili.

Sono i 10 anni del tuo album Magari oppure no: che farai?
Ci stiamo pensando, magari un live.
Facci caso prelude un nuovo album?
Nel periodo del lockdown (tutto sul coronavirus) sono uscite altre canzoni, Facci caso nasce all’improvviso di notte. Ha un sound rinnovato rispetto al mio caratterizzato da chitarra e voce. Voglio solo canzoni che abbiano una vera urgenza, che custodiscano la necessità di voler dire davvero qualcosa.
Che estate ti attende?
Niente vacanza, ho in ballo tante cose, stiamo lavorando a live, covid permettend!