Scopri le 10 canzoni più belle della cantante irlandese Sinead O'Connor.
Sinead O'Connor, le 10 canzoni più belle
DANNY BOY (dall'album The Sea of Dreams di Davy Spillane, 1998)
Danny Boy è una canzone tradizionale irlandese che parla di un genitore che saluta il figlio che sta andando in guerra. Inutile dire che la voce di O'Connor rende ancora più struggente una canzone già di per sé non propriamente allegra ma sicuramente ammaliante ed evocativa (link al pezzo nel titolo della canzone).
MY SPECIAL CHILD (B-Side da I Do Not Want What I Haven't Got, 1990)
Qui O'Connor canta una ninna nanna alla figlia mai nata. La ringrazia per averla scelta come madre, ma è triste per il fatto che con suo padre le cose non sono andate bene. La seconda parte della canzone, che utilizza strumenti e tonalità tipicamente celtiche, è dedicata invece alla gioia che il suo giovane figlio ha portato nella sua vita (link al pezzo nel titolo della canzone).
I WANT YOUR HANDS ON ME (dall'album The Lion and The Cobra, 1987)
Dimenticate le sonorità celtiche e irlandesi dei precedenti due pezzi, perché qui siamo nel 1987, e si sente! Canzone ritmata, con tanto di guest appearance edl rapper MC Lyte, I Want Your Hands On Me è un perfetto mix di hip-hop di fine anni Ottanta e di alternative rock. Una canzone che parla di desiderio, di bisogno fisico di contatto, impossibile stare fermi mentre la si ascolta (link al pezzo nel titolo della canzone)!
JEALOUS (dall'album Faith and Courage, 2000)
Una vera e propria ode all'amore perduto. Avvolgente e ottimamente interpretata da una Sinead tornata alla ribalta dopo svariati anni di silenzio, il messaggio di Jealous è semplice: nessuno merita di essere solo (link al pezzo nel titolo della canzone).
NO MAN'S WOMAN (dall'album Faith and Courage, 2000)
E' la canzone che segna ufficialmente il ritorno in scena nel 2000 della cantante, che ha pubblicato il suo ultimo disco, Universal Mother, nel 1994. Canzone ispirata dalla nascita della figlia, No Man's Woman è un vero e proprio inno all'indipendenza femminile rispetto all'intero genere maschile (link al pezzo nel titolo della canzone).
FIRE ON BABYLON (dall'album Universal Mother, 1994)
Siamo in pieni anni Novanta, e dalle sonorità del pezzo si sente. O'Connor scrisse il disco Universal Mother basandosi su quello che è sicuramente uno dei problemi peggiori della storia dell'umanità, antica, moderna e contemporanea: l'abuso dei e sui minori. Anche senza comprendere le parole del testo, il cantato di Sinead è talmente angosciante da restituire alla perfezione il senso delle parole che escono dalla sua bocca. Ndr: due anni prima avvenne la famigerata protesta dal palco del Saturday Night Live. In quell'occasione, la cantante strappò una foto di Giovanni Paolo II, secondo lei colpevole di aver coperto innumerevoli casi di abusi sessuali su bambini. Una delle apparizioni televisive più indimenticabili dello scorso secolo (link al pezzo nel titolo della canzone).
MANDINKA (dall'album The Lion and The Cobra, 1987)
Secondo singolo tratto dall'album del debutto, Mandinka venne nominata ai Grammy e fece conoscere la giovane Sinead O'Connor al mondo intero. L'artista interpretò dal vivo il pezzo, una canzone dal taglio e dal ritmo decisamente rock, ai Grammy del 1989. Sempre con Mandinka, Sinead fece la sua prima apparizione alla tv americana, precisamente durante il talk show di David Letterman (link al pezzo nel titolo della canzone).
QUEEN OF DENMARK (dall'album How About I Be Me (And You Be You)?, 2012)
Questo pezzo è in realtà una cover di un pezzo di John Grant, ma il testo sembra scritto su misura per O'Connor e per la sua vita travagliata. Il titolo è un chiaro riferimento all'Amleto. Queen of Denmark parte in maniera piuttosto tranquilla, con la voce di Sinead bassa e quasi irriconoscibile rispetto al passato, ma poi, verso il minuto 2.00, esplode e diventa un canzone rock potente e catartica (link al pezzo nel titolo della canzone).
THE EMPEROR'S NEW CLOTHES (dall'album I Do Not Want What I Haven't Got, 1990)
Tratta dal secondo album della cantante, The Emperor's New Clothes è stata remixata da Hank Shocklee, il produttore dei Public Enemy, e in effetti è questa versione la più interessante. La stessa O'Connor ha dichiarato di preferirla alla versione "classica", perché l'energia del rap si sposa meglio al testo. Un pezzo completamente diverso da quella che è la canzone più conosciuta al mondo della cantante, e che trovate qui sotto (link al pezzo nel titolo della canzone).
NOTHING COMPARES 2 U (dall'album I Do Not Want What I Haven't Got, 1990)
Scritta e composta da Prince per uno dei suoi progetti paralleli, Nothing Compares 2 U viene "coverizzata" da Sinead nel 1990, e da quel momento diventa la canzone con cui sarà identificata in tutto il mondo. E in effetti c'è da dire che - senza nulla togliere a Prince, che comunque la canzone l'ha scritta! -, la versione della cantante irlandese è a dir poco strepitosa. Struggente, malinconica e disperata al punto giusto, Nothing Compares 2 U (un vero e proprio generatore automatico di lacrime) all'epoca in cui uscì era costantemente in rotazione su MTV. Fu questo pezzo a catapultare O'Connor sull'ambita copertina di Rolling Stone, efu sempre questo pezzo a farle vincere un Grammy nella categoria Best Alternative Music Performance (link al pezzo nel titolo della canzone).