La regista che ha firmato "Posso entrare - An Ode to Naples" ha visitato la città con il marito musicista. "Mi sono innamorata di Napoli camminando per le sue strade e incontrando le sue persone", ha raccontato
Trudie Styler ha firmato Posso Entrare? An Ode to Naples, presentato alla Festa del Cinema di Roma. La pellicola è un racconto toccante e meraviglioso di una delle città più belle al mondo. Mercoledì 25 ottobre la regista e il marito Sting hanno fatto visita al Museo Archeologico. In seguito, incontro con Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, a Palazzo Santa Lucia.
sting e trudie styler, la visita a napoli
Trudie Styler ha portato sullo schermo l’amore per Napoli con Posso Entrare? An Ode to Naples. In occasione della loro presenza in Italia, la regista e il marito Sting hanno fatto visita al Museo Archeologico di Napoli.
Trudie Styler ha raccontato la nascita del film: “Due anni per realizzarlo, mi sono innamorata di Napoli camminando per le sue strade e incontrando le sue persone. La città ha sofferto di una reputazione internazionale di criminalità e volatilità, un posto da cui le persone se ne sono andate alla ricerca di una vita migliore da qualche altra parte”. La regista ha proseguito: “Ma ciò che ho scoperto sono state persone orgogliose della storia e della cultura di Napoli che hanno messo le loro energie nelle famiglie, nella comunità e nell’arte, persone che vogliono restare per arricchire la città che amano”.
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Successivamente, la coppia è stata ricevuta da Vincenzo De Luca che ha raccontato: “Una visita davvero speciale questo pomeriggio a Palazzo Santa Lucia: Sting e sua moglie, la regista Trudie Styler, due artisti di fama e di livello mondiale. L’ultimo acclamatissimo documentario di Trudie Styler Posso entrare? An ode to Naples è una dichiarazione d’amore per Napoli”.
Il presidente della Regione Campania ha aggiunto: “E noi siamo davvero orgogliosi di aver sostenuto quest’opera che rappresenta una straordinaria occasione di promozione e di valorizzazione della Campania. La nostra regione è diventata un grande set cinematografico a cielo aperto di livello internazionale”.
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Il documentario vede presenti contributi di artisti e non solo: da Clementino, che ha firmato la colonna sonora Neapolis, allo street artist Jorit, passando per Francesco Di Leva, Don Antonio Loffredo e Roberto Saviano.