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Rocio Munoz Morales : "Imparo dai miei errori"

Spettacolo

Barbara Tarricone

L'attrice spagnola, ospite di Sguardi Altrove International Women's Film Festival, presta il suo libro Dove nasce il sole. L'intervista

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Abbiamo incontrato Rocio Munoz Morales a Milano in occasione di Sguardi Altrove International Women’s Film Festival dove ha presentato il suo secondo libro Dove nasce il sole .

Quale è stata la traiettoria che l’ha portata alla scrittura?
In realtà era il mio primo amore, sono sempre stata, fin da piccola, una nerd che ama leggere e scrivere. Ho studiato per diventare giornalista prima di essere trasportata dalla passione per la recitazione.

Dove nasce il sole è la storia di una donna, Ana, che sbarca a Capri per festeggiare il suo fidanzamento con il compagno, Fabio, un uomo che si presenta subito come molto controllante. Si rende conto allora di volere qualcosa di diverso per sé e la propria vita. Come nel suo primo romanzo, la protagonista, Ana è spagnola in Italia. Si fermano qui le somiglianze con lei?

No ci ho messo molto di mio, non solo perché anche io da spagnola ho dovuto fare la mia casa in Italia, ovvero trovare la mia identità in questo Paese, ma perché anche io, come la protagonista, per arrivare fino qui, ho affrontato un percorso lungo e molto sofferto. Avevo perso me stessa senza rendermene conto. C’è voluto un po’ di tempo e di cose che mi sono successe per arrivare a essere la donna che sono e che si era un po’ nascosta in quegli anni, si era un po’ azzittita, aveva abbassato la testa.

Sguardi Altrove celebra lo sguardo delle donne nel cinema. Lei dedica il suo libro alla sua mamma, alle sue nonne e alle altre donne “che hanno avuto il coraggio di lottare per essere se stesse”. Che importanza ha per lei la solidarietà femminile, il condividere con altre donne?

È fondamentale. Mi piace osservare, ascoltare e imparare da altre donne, sono le migliori maestre di vita. Hanno più da insegnare. Forse perché siamo mamme e quindi abbiamo la possibilità di generare vita e portarla dentro di noi, questo ci dà sia forza sia uno sguardo dolce nei confronti del mondo. Nella mia famiglia siamo tre sorelle e abbiamo tutte figlie femmine, parlo per esperienza!

Lei ha parlato chiaramente di come abbia sofferto del maschilismo nel mondo del cinema, per quel typecasting che la relegava a ruoli di bella e basta.

Per me è stata una lotta all’inizio, perché io arrivavo da una formazione come attrice, da degli studi, però mi vedevano solo come qualcosa di esteriore, estetico, non profondo. Sembra che se tu hai certe caratteristiche fisiche, come la bellezza, che secondo me è molto relativa, assolutamente non obiettiva, non puoi essere altro. Ci ho molto combattuto per il fatto che se hai queste caratteristiche allora non puoi essere una preparata, precisa, determinata, curiosa, una che studia, una secchiona. Io invece lo sono.

E quindi come ha fatto?

All’inizio volevo solo fare ruoli brutti, imbruttirmi, ci ho provato in tanti modi a aspettare la proposta di quei ruoli. Ma non arrivavano, mi proponevano sempre di fare “la bella” e basta senza approfondimento. A me non andava bene, mi faceva arrabbiare. Pian piano ci sono riuscita, non ho mollato, ho detto “vincerò io questa battaglia” perché ci credo tantissimo.

Si vede che è una cosa che la fa molto arrabbiare.

Sì anche nella vita questa cosa mi dà fastidio: essere giudicata come Rocio quella alta e magra. Sono fatta così, mi ha partorito cosi mia madre! Potevo essere bassina. Cosa devo fare? Se volete la verità io mangio, vado poco dal parrucchiere, appena finirà questa intervista mi toglierò questi tacchi scomodissimi .

Ci sono molte giovani donne che la seguono: che consiglio si sente di dar loro?

Non avrei creduto di arrivare a dare consigli perché io mi sento ancora una ragazzina, ma in fin dei conti la cosa che ho imparato è che sbagliare va bene. Si impara dagli sbagli, fanno parte della vita ed è bello godersi la vita.