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Per me si va tra la perduta gente, il viaggio di RI-SCATTI nelle carceri milanesi

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Per l’ottavo anno consecutivo torna RI-SCATTI, il progetto ideato e organizzato dal PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e da Ri-scatti Onlus e promosso dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s. Tema di questa nuova edizione gli istituti di reclusione milanesi raccontati attraverso le fotografie fatte dai detenuti e dagli agenti di polizia penitenziaria. Fino al 6 novembre al PAC

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La Casa di Reclusione di Opera, quella di Bollate, e poi l’IPM C. Beccaria e la Casa Circondariale F. Di Cataldo. Ma soprattutto le storie all’interno delle loro mura che alle volte solo un obiettivo fotografico riesce a raccontare. Grazie al nuovo progetto di Ri-Scatti, l’associazione di volontariato che dal 2014 crea eventi e iniziative di riscatto sociale attraverso la fotografia, per la prima volta è stata data la possibilità ai detenuti di portare macchine fotografiche nei reparti e nelle celle e agli agenti di polizia di poterne disporre durante gli orari di lavoro. Sono loro infatti, detenuti e guardie carcerarie i protagonisti di questa nuova edizione di RI-SCATTI. Undici mesi di corso, cento partecipanti, oltre 50.000 scatti fotografici realizzati -  di cui 800 selezionati per essere esposti - e materiali video inediti ed esclusivi per raccontare la realtà delle carceri dal punto di vista diretto di chi le abita e di chi le vive per lavoro. Il risultato è un racconto intenso, vero ed estremamente duro.

 

Una realtà sconosciuta che si apre al mondo

Fotografie che permettono a chi non vive la realtà carceraria di scoprire un mondo che esiste solo se se ne varca la soglia. Perché tra il fuori e il dentro c’è una netta linea che divide il vivere dal sopravvivere, il passare del tempo dall’immutabilità dei giorni. L’obiettivo di questa nuova edizione, patrocinata dal Ministero della Giustizia e realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano e con il Provveditorato Regionale Lombardia del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, è stato raccontare le complessità, le difficoltà, ma anche le opportunità della vita negli istituti di reclusione, generando anche un confronto costruttivo e una sinergia concreta tra l’amministrazione cittadina, quella penitenziaria e le istituzioni culturali milanesi.

 

La speranza di un riscatto

Carceri affollate di detenuti, ma soprattutto di essere umani per i quali è necessario mantenere viva la speranza di un riscatto . Per questo il nuovo progetto di RI-SCATTI è quanto mai calzante. Spesso convinti di non avere più un futuro i detenuti devono essere aiutati a salvarsi dalla loro stessa ‘perduta vita’. “Questa edizione di RI-SCATTI -spiega il suo Presidente Stefano Corso- ha portato avanti un progetto sociale scomodo, difficile, ma in cui il termine ‘riscatto’ è profondamente collegato allo sguardo di chi racconta. ‘Riscatto’ per coloro che hanno commesso errori, ‘riscatto’ per chi lavora senza il riconoscimento della società. Sono stati undici intensi mesi di lavoro in cui i nostri docenti si sono confrontati con persone di età e generi differenti facendoli diventare protagonisti del racconto della loro esistenza nelle carceri milanesi. Gli ambienti e le relazioni in cui vivono sono la loro narrazione e molto spesso diventa difficile distinguere l’appartenenza del punto di vista, rendendo difficile la distinzione tra chi in carcere ci vive e chi, invece, ci lavora. Una serie di fotografie crude e toccanti che ci aprono uno spiraglio tra quelle mura da cui trapela una realtà senza i filtri spesso stereotipati dal comune sentire, che finge di immaginare delle vite senza volerle riconoscere e ignora i limiti di dignità e di umanità pur conoscendoli.”

 

Il carcere visto dalle sue guardie

Il carcere con le sue due metà: i detenuti ma anche le loro guardie, spesso vittime di pregiudizi che alle volte - come ci ricorda la cronaca - sono purtroppo veritieri gettando così discredito sull’intera categoria. Il racconto di questo luogo ai più sconosciuto è avvenuto infatti anche attraverso gli occhi di chi porta una divisa e crede fermamente in quello che fa, di chi quel confine che divide il fuori dal dentro lo attraversa ogni giorno.  Dentro i corridoi e le sezioni, con le giornate scandite dai servizi di guardia, le chiavi che girano, i comandi da eseguire, l’apertura e la chiusura dei blindi, il giro di conta, i piantonamenti, le scorte in tribunale. Una vita dedicata a osservare, scrutare, intuire le ragioni di ogni singolo atteggiamento per prevedere ogni possibile ed eventuale rischio. Il progetto di quest’anno si è quindi sviluppato attraverso un duplice percorso comune tra le due parti dove al centro c’è stato l’uomo con i suoi errori, le sue debolezze, le sue fragilità, ma anche il suo coraggio e le sue responsabilità.

 

La mostra al PAC

Come sempre la mostra al PAC che conclude il progetto formativo è ad ingresso gratuito e quest’anno,  data l’eccezionalità dell’evento, sarà aperta per un mese intero. Tutte le foto - stampate da FDF Fotolaboratorio Digital Service su carta Canon Photo Paper Pro Luster 260 gr. - e il catalogo della mostra sono in vendita e l’intero ricavato andrà a supportare e a finanziare interventi architettonici volti al miglioramento della qualità della vita nelle carceri. Queste attività saranno gestite e coordinate dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano che, insieme al Dipartimento di Design, da molti anni svolge ricerche di tipo partecipativo negli spazi detentivi. Completa la mostra la Project Room Laboratorio Carcere, dedicata al percorso di ricerca che il Politecnico di Milano conduce sul campo dal 2014 negli istituti penitenziari milanesi. L’approfondimento documenta l’attività di indagine e progetto della forma dello spazio e dei modi di abitarlo, con l’obiettivo del cambiamento e all’insegna della cooperazione tra il mondo della ricerca e il mondo della pena.

RI-SCATTI. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE

Dal 9 ottobre al 6 novembre

Al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea Via Palestro, 14 - Milano
Orari: da martedì a domenica ore 10—19:30

giovedì ore 10—22:30 chiuso il lunedì

Ingresso libero