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Ricreato in laboratorio il fegato su chip con cellule umane

Scienze
Fegato su chip (Wyss Institute at Harvard University)

Realizzato da un team di ricercatori del Wyss Institute, è in grado di segnalare la tossicità di un medicinale e di ridurre la necessità della sperimentazione animale 

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La ricerca ha permesso di compiere un altro importante passo in avanti per lo studio dei farmaci. Un team di ricercatori del Wyss Institute ha realizzato un fegato su chip ottenuto grazie all’utilizzo di quattro diverse tipologie di cellule di fegato umano.
Si tratta di un risultato primo del suo genere, in grado di migliorare sensibilmente il processo di sviluppo dei farmaci. Il nuovo fegato su chip, infatti, dalle dimensioni di una chiavetta Usb, è in grado di segnalare la tossicità di un medicinale e conseguentemente di ridurre la necessità della sperimentazione animale.

Lo studio nel dettaglio

Per realizzarlo, i ricercatori hanno utilizzato come base un materiale plastico flessibile caratterizzato dalla presenza di canali posizionati in parallelo e rivestiti di unità cellulari che simulano il tessuto del fegato.
Nel corso dello studio, descritto sulla rivista specializzata Science Translational Medicine dal Wyss Institute, gli esperti hanno ricreato altri due fegati su chip, ottenuti partendo dalle unità cellulari del fegato di ratti e cani.
Nella seconda parte del test, i ricercatori hanno verificato e confrontato la loro risposta, quando esposti a un composto tossico per il fegato umano.

Risultati dello studio

È così emerso che i chip ottenuti partendo da cellule animali hanno registrato livelli di tossicità più bassi rispetto alla versione realizzata con unità cellulari umano.
La risposta dei tre chip è stata differente anche nel corso di altri test, nei quali sono stati impiegati altri candidati medicinali.
“I risultati supportano l'uso di chip multispecie per identificare le differenze specifiche delle specie nel metabolismo e nella tossicità dei farmaci”, scrivono i ricercatori nelle pagine della rivista specializzata.
"Questa è una pietra miliare importante nello sforzo di migliorare il processo di sviluppo dei farmaci", ha spiegato Geraldine Hamilton, primo autore della ricerca e presidente di Emulate, l’azienda del Wyss Institute specializzata nella commercializzazione di organi su chip.