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Svelato il funzionamento di uno dei più antichi orologi biologici

Scienze
La scoperta dell'Università di Utrecht potrebbe aprire nuovi scenari anche per l'uomo (Getty Images)

Una ricerca ha determinato il meccanismo che regola i ritmi vitali dei cianobatteri, i primi elementi che hanno prodotto ossigeno sulla Terra. Una scoperta che potrebbe aiutare a comprendere anche le analoghe dinamiche umane

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Un ritorno indietro nel tempo e alle entità più semplici possibili, per una scoperta che potrebbe in futuro offrire nuove conoscenze riguardo ad alcuni funzionamenti dell'organismo umano. È quello che hanno fatto i ricercatori dell'Università olandese di Utrecht con uno studio i cui risultati sono resi noti sulla rivista "Science" e che ha chiarito la dinamica del meccanismo che regola l'orologio biologico dei cianobatteri, batteri fotosintetici che sono stati i primi organismi a produrre ossigeno nella storia della Terra.

 

Tre ingranaggi di alta precisione - Il funzionamento dei ritmi vitali dei cianobatteri è studiato da anni perché grazie alla sua struttura elementare si presta più facilmente all'analisi scientifica. L'orologio biologico di questi antichi organismi è infatti legato solamente alla dinamica combinata di tre ingranaggi molecolari, i complessi proteici chiamati "KaiA", "KaiB" e "KaiC" che interagiscono con precisione assoluta. Una caratteristica confermata nel 2005, quando un gruppo di ricerca giapponese aveva dimostrato che questi tre elementi, estratti dai batteri e disciolti in una soluzione all'interno di una provetta, erano in grado di mantenere il loro ritmo senza alterarlo per giorni.

 

Un esperimento per "congelare" il tempo - I ricercatori dell'Università di Utrecht hanno cercato di approfondire la conoscenza del funzionamento di ognuna di queste tre componenti dei cianobatteri, stabilendo con tecniche di ultima generazione quante volte si assemblano e si disgregano durante il ciclo delle 24 ore quotidiane. E una volta compreso questo sono andati oltre tentando di fotografare il loro comportamento e la loro posizione in momenti precisi dello stesso ciclo. Per riuscirci hanno sistemato in frigorifero i tre complessi proteici per una settimana congelandoli in modo da poter "fermare il tempo" in un istante determinato. Così è stato possibile individuare due strutture fondamentali del meccanismo e stabilire come avviene la transizione da una all'altra, cioè come gli ingranaggi di questa dinamica si muovono. La speranza è che, questo possa aiutare anche a capire meglio i ritmi vitali anche di organismi più complessi come l'uomo.