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Tinder per oranghi, il primo esperimento in uno zoo olandese

Scienze
In uno zoo olandese si cerca di far accoppiare gli orango con la tecnologia (Getty Images)

Si chiama Samboja l’esemplare femmina a cui verranno mostrate su un tablet le foto di maschi con i quali potrebbe accoppiarsi. Lo scopo dei ricercatori è aumentare le possibilità di riproduzione di questa specie

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I ricercatori lo hanno chiamato “Tinder per orangutan”: si tratta di un esperimento avviato nel parco olandese di Apenheul a Apeldoorn, una piccola cittadina dei Paesi Bassi. Lo scopo degli zoologi è aumentare le possibilità di accoppiamento e riproduzione degli oranghi sfruttando lo stesso meccanismo che sta alla base della popolare app per appuntamenti: verranno mostrate su un tablet le foto di esemplari maschi alle femmine per consentire loro di trovare il partner giusto.

 

Il primo orango a usare Tinder -  Si chiama Samboja ed è una femmina di orango di 11 anni il primo esemplare della sua specie a poter scegliere il proprio partner su un tablet. La curiosa iniziativa portata avanti dallo zoo olandese di Apenheul rientra nel più ampio progetto sullo studio delle emozioni degli animali. L’esperimento durerà quattro anni circa: a Samboja verranno mostrate su un tablet le foto di esemplari maschi con i quali potrebbe accoppiarsi. Secondo i ricercatori, infatti, così come per gli esseri umani, anche per i primati le relazioni e il sesso hanno una forte componente soggettiva.

 

Le difficoltà dell’esperimento – Il problema principale dei ricercatori è stato la costruzione di un touch screen abbastanza resistente da sopportare la forza delle dita di Samboja. Così, è stato sviluppato un modello di tablet rinforzato con telaio in acciaio, già testato con successo con due oranghi più anziani. Il dispositivo, però, non ha avuto la stessa efficacia con Samboja, scrive il Guardian, la quale evidentemente ha ereditato dalla madre Sandy le caratteristiche che hanno spinto gli zoologi a darle il soprannome di “Demolition woman”.

 

Stimoli positivi dalle foto – “Test precedenti con i tablet – ha detto al giornale locale Tubantia la psicologa evolutiva Evy Van Berlo – hanno mostrato che gli scimpanzè nutrivano un interesse maggiore per le foto che contenevano ‘stimoli positivi’, cioè quelle in cui erano presenti esemplari conosciuti con cui era già stato instaurato un legame”. Al Centro primati di Apeldoorn, spiegano i ricercatori, è capitato spesso che le scimmie locali non volessero accoppiarsi con quelle fatte venire da altri zoo per la riproduzione. I test con il tablet potrebbero essere un modo per ovviare a questo problema: lo sguardo alle fotografie del futuro partner anticiperebbe l'incontro vero e proprio, contrastando la diffidenza iniziale. Vero è che manca in questo metodo il senso dell’olfatto, che gioca nell'accoppiamento un ruolo fondamentale, ma con gli oranghi, ma questo secondo gli esperti non è un problema insormontabile. “Per gli oranghi, quello che vedi sarà quello che ottieni”, ha detto fiducioso al Guardian Thomas Bionda, biologo del comportamento presso lo zoo olandese.