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Diabete, studio: problemi al fegato non rilevati per 17% dei pazienti

Salute e Benessere
Pixabay

A indicarlo uno studio della Duke University di Durham, secondo cui, anche in presenza di valori epatici alterati, solo una piccola parte dei soggetti con diabete viene sottoposta a indagini di approfondimento per valutare la salute epatica

 

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Secondo un nuovo studio dalla Duke University di Durham, in Usa, il 17% dei pazienti diabetici potrebbe avere problemi al fegato senza esserne a conoscenza.
I risultati della nuova ricerca dimostrano, infatti, che anche in presenza di valori epatici alterati, solo una piccola parte dei soggetti con diabete viene sottoposta a indagini di approfondimento per valutare la salute epatica.       

I risultati dello studio

"La steatosi epatica non alcolica colpisce in modo sproporzionato le persone con diabete di tipo 2, con una prevalenza che può arrivare al 60-70%. È importante sottolineare che la presenza di diabete di tipo 2 è associata a maggiori probabilità di avere forme progressive della malattia", hanno spiegato i ricercatori della Duke University di Durham.
Per compiere lo studio, pubblicato sul Journal of the Endocrine Society, il team di ricerca ha valutato la storia clinica di 228 persone con diabete, riuscendo a rivelare che la quasi totalità dei pazienti (l'85%) era stata sottoposta negli ultimi due anni a esami del sangue per misurare i livelli di enzimi epatici, ma quasi sempre senza approfondimenti in caso di segnali di allarme.
Nello specifico, dall'analisi è emerso che solo il 7% dei partecipanti con livelli di enzimi epatici anomali (un terzo del campione) era stato sottoposto a un'ecografia, il test di prima linea per diagnosticare la steatosi epatica. Inoltre, solo il 5% ha riferito di aver fatto una visita per valutare la presenza di fibrosi del fegato. Valutando gli esami medici disponibili, il team di ricerca è giunto alla conclusione che il 17% del campione avrebbe potuto soffrire di steatosi epatica non alcolica non diagnosticata. Percentuale che sale al 20,8% se si considerano solo i soggetti con una peggiore gestione del diabete.

 

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