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Tumore del seno, innovativo esame non invasivo migliora la diagnosi

Salute e Benessere
©Ansa

Si tratta del risultato del progetto SOLUS - Smart Optical and Ultrasound Diagnostics for Breast Cancer, coordinato dal Politecnico di Milano, che ha visto coinvolti 9 partner provenienti da 5 Paesi europei, con competenze che vanno nel campo della fotonica, dell’elettronica e dell’imaging medico. L’esame, nell’ambito della lotta al cancro del seno, potrà consentire di discriminare in modo non invasivo le lesioni benigne da quelle maligne

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Il tumore del seno è una tra le neoplasie più comuni tra le donne e la diagnosi precoce risulta fondamentale per garantire un'elevata probabilità di sopravvivenza. Attualmente i programmi di screening sono efficaci nel ridurre la mortalità, ma possono riconoscere un alto tasso di falsi positivi. Per ovviare a questa problematica gli esperti hanno lavorato al progetto H2020 SOLUS - Smart Optical and Ultrasound Diagnostics for Breast Cancer, coordinato dal Politecnico di Milano e terminato con la realizzazione di un “innovativo sistema di imaging tomografico multimodale”, pensato proprio per il miglioramento della diagnosi del cancro al seno.

Discriminare le lesioni benigne da quelle maligne

L’obiettivo, si legge in un comunicato diffuso sul sito dell’ateneo milanese, è quello di discriminare in modo non invasivo le lesioni benigne da quelle maligne e, a permetterlo, è proprio la tomografia multimodale. SOLUS, infatti, è riuscito a combinare “in un’unica sonda imaging a ultrasuoni (ecografia ed elastografia) e tomografia in ottica diffusa, consentendo di valutare simultaneamente la morfologia dei tessuti, la loro rigidezza, la loro composizione e i parametri del sangue”, hanno rilevato gli specialisti impegnati nel progetto. Il sistema, ad oggi, i trova in una fase di validazione clinica presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, per un percorso che durerà due anni, con i primi risultati che saranno comunque disponibili a partire dai prossimi mesi.

Avanzamenti nel campo della fotonica

Per arrivare a sviluppare un sistema simile, hanno riferito ancora gli studiosi, sono stati sfruttati “significativi avanzamenti nel campo della fotonica”, considerando ad esempio, “laser impulsati a picosecondi, rivelatori operanti nel dominio del tempo con elevata sensibilità, elettronica di acquisizione dedicata”. Senza dimenticare lo sviluppo di un elemento chiave come lo “Smart Optode”, fulcro del sistema di imaging multimodale, che combina dimensioni molto compatte con prestazioni eccellenti e ha potenziali applicazioni in campo medico e non solo. Il progetto, coordinato dalla professoressa Paola Taroni del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, ha visto coinvolti 9 partner provenienti da 5 Paesi europei, con competenze che vanno nel campo della fotonica, dell’elettronica e dell’imaging medico.

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