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La vitamina D potrebbe aiutare a prevenire l'artrite reumatoide

Salute e Benessere
Un team di ricerca ha studiato gli effetti della vitamina D sui tessuti infiammati dall'artrite reumatoide (Getty Images)

A rivelarlo è uno studio dell'Università di Birmingham. Secondo i ricercatori, mantenere livelli sufficienti di questa sostanza nel corpo potrebbe fornire un valido alleato nella prevenzione di una patologia che, solo in Italia, colpisce 400mila persone

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Potrebbe risiedere nella vitamina D un valido alleato per aiutare a prevenire l'insorgenza dell'artrite reumatoide . Lo afferma uno studio dell'Università di Birmingham, che ha rivelato come questa vitamina possa tornare molto utile nella prevenzione, mentre non sarebbe altrettanto efficace una volta che l'infiammazione si è manifestata. 

Cos'è l'artitre reumatoide

L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria autoimmune. Solitamente chi è affetto da artrite reumatoide ha un deficit della vitamina D e per questo gli viene prescritta, con l'obiettivo di aiutare l'organismo a rispondere all'infiammazione cronica. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, soltanto in Italia sarebbero oltre 5 i milioni di persone affette da artrite reumatoide, un valore corrispondente a circa il 10% della popolazione.

Lo studio

La vitamina D ha un impatto significativo sul benessere dell'apparato osseo-scheletrico. Lo studio ha testato la vitamina D su pazienti con situazioni infiammatorie, esponendo cellule del sangue generiche alla sostanza, comparandone poi la risposta con quella dei fluidi e del sangue prelevati in corrispondenza delle giunture infiammate. È stato possibile osservare che nel primo caso la risposta del sistema immunitario alla vitamina D era efficace. Nel secondo, no. In altre parole, se l'organismo è già stressato dalla patologia, la vitamina D risulta meno utile perché il sistema immunitario sarebbe già abituato allo stato infiammatorio. Motivo per cui, secondo i ricercatori, si potrebbero aumentare i dosaggi nelle prescrizioni di questa sostanza in modo da fornire all'organismo più armi per difendersi preventivamente dall'artrite reumatoide. Ma, come spiega la dottoressa Louisa Jeffrey dell'Università di Birmingham, co-cordinatrice dello studio, "per i pazienti che hanno già l'artrite reumatoide, somministrare la sola vitamina D non è abbastanza. Ciò che servirebbe è un nuovo trattamento che bypassi o corregga la risposta immunitaria alla sostanza all'interno delle giunture".

La risposta alla vitamina D

Come sottolinea il professor Karim Raza dell'Institution of Inflammation and Ageing dell'University of Birmingham, "le nostre scoperte sono state inaspettate, dato che all'inizio pensavamo che le cellule prelevate dalle giunture reumatoidi infiammate avrebbero risposto alla vitamina D esattamente come quelle del sangue nel resto del corpo. Il fatto che la reazione sia diversa ha importanti implicazioni su ciò che sappiamo riguardo all'uso della vitamina D nel trattamento dell'infiammazione". Il lavoro, che fa parte di un progetto iniziato nel 2011, è nato proprio per dimostrare come mai gli organismi affetti da artrite reumatoide diventino insensibili alla vitamina D. Intanto passi in avanti nel trattamento della malattia sono stati fatti in Italia, dove gli esperti dell'Unità operativa di reumatologia della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma hanno isolato una molecola che permetterebbe la risoluzione dell'artrite reumatoide. La possibile cura ha già avuto esiti positivi nella sperimentazione animale.