Il rapimento sarebbe servito per mandare un messaggio al padre che, secondo gli investigatori, sarebbe legato al mondo dello spaccio di droga e al racket delle occupazioni delle case popolari. Gli inquirenti hanno aperto un'indagine per sequestro di persona con finalità di estorsione
Il rapimento di Danilo Valeri, sequestrato da un gruppo di uomini nella notte tra il 22 e 23 dicembre fuori da un locale di Ponte Milvio, a Roma, e rilasciato poche ore dopo, sarebbe servito per mandare un messaggio al padre del 20enne, Maurizio Valeri, che secondo gli investigatori sarebbe legato al mondo dello spaccio di droga e al racket delle occupazioni delle case popolari. Lo riporta il Messaggero.
Le ipotesi sul rapimento di Danilo Valeri
Maurizio Valeri, 47 anni, nel maggio scorso era stato ferito a una gamba durante un agguato avvenuto alla periferia della Capitale. Interrogato dagli investigatori, l'uomo non fornì nessun elemento utile alle indagini. Secondo gli investigatori a lui sarebbero riconducibili almeno due piazze di spaccio nel quartiere di San Basilio e Valeri avrebbe anche interessi nel racket delle case popolari. Una delle ipotesi investigative, secondo quanto riporta il quotidiano, è che la famiglia di Danilo avesse accumulato debiti per droga, il padre era stato arrestato in flagranza per traffico di stupefacenti nel gennaio scorso dai carabinieri, magari infastidendo qualche boss. “A zi', levate, fatte i ca.. tua che questo ce deve da' i sordi”, avrebbe detto uno dei rapitori a uno dei buttafuori del locale da cui è stato prelevato il 20enne che, dopo essere stato rilasciato ed essere tornato a casa, ieri si è presentato negli uffici della Squadra Mobile in via San Vitale con la madre. Gli inquirenti hanno aperto un'indagine per sequestro di persona con finalità di estorsione.