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Roma, le 6 mostre da non perdere a febbraio

Lazio
©Ansa

Dalla mostra dell’artista Danilo Buchi all’esposizione "Una storia nell'arte. I Marchini tra impegno e passione", allestita all'Accademia di San Luca negli spazi di Palazzo Carpegna fino al 22 aprile

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"Klimt. La Secessione e l'Italia" è in programma a Palazzo Braschi fino al 27 marzo 2022. Invece, Sebastião Salgado è protagonista al Maxxi con la mostra "Amazônia", a cura di Lélia Wanick Salgado fino al 13 febbraio.

Mostre di febbraio 2022

Blu, l'universo liquido di Danilo Bucchi

Il colore sinuoso scorre sullo sfondo bianco della tela. "Un blu minerale e boreale, scivoloso tra anse che si allargano e stringono, tra rivoli che schizzano e compattano la densità cromatica, tra curvature elastiche che fanno pensare al Pianeta visto dal cielo ma anche al microcosmo che l'occhio nudo non percepisce". Così "l'universo liquido" dell'artista Danilo Bucchi viene raccontato dagli smalti delle sue 14 grandi opere recenti riunite a Roma nella mostra Blu fino al 3 aprile a Visionarea Art Space - Auditorium della Conciliazione, finestra aperta sull' arte contemporanea. Per Gianluca Marziani, curatore dell' esposizione, "è il nuovo regalo dell'artista alla Capitale, un regalo speciale che sancisce, nonostante l'animo cosmopolita e l'apprezzamento internazionale di Danilo Bucchi, il suo particolare rapporto con la città eterna".

Una storia nell'arte, la passione dei Marchini

L'infanzia non rassicurante, con il mare minaccioso e il cielo scuro, secondo Alberto Savinio ne L'isola dei giocattoli (1930), l'immaginario onirico e spiazzante che evoca Freud ne La science des rêves (1950) di René Magritte, e poi la visione reale ma al tempo stesso interiore de I sassi (1938) di Fausto Pirandello, il realismo popolare ed erotico della Ragazza sul golfo (1933) di un giovanissimo Renato Guttuso, l'intensità dolente dello Studio per Vecchia seduta (1930) di Otto Dix. È una mostra concepita per esaltanti contrasti "Una storia nell'arte. I Marchini tra impegno e passione", allestita a Roma all'Accademia di San Luca negli spazi di Palazzo Carpegna fino al 22 aprile. A cura di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti e Italo Tomassoni, con il coordinamento di Gianni Dessì, l'esposizione delinea per il visitatore la vicenda storica e umana di Alvaro Marchini e della sua famiglia, vissuta tra imprenditoria (nel campo dell'edilizia), politica (Marchini, comandante partigiano e medaglia d'argento della Resistenza, è stato cofondatore della società che editò L'Unità, organo del Pci) ma anche arte, con un'instancabile attività nel collezionismo e con la fondazione a Roma della galleria La Nuova Pesa, punto di riferimento per generazioni di artisti. Articolato in 130 opere (77 sono gli artisti), il percorso propone una narrazione visiva capace di documentare molti degli stili e delle tematiche sviluppatisi nell'arte dal '900 a oggi, con molti pezzi importanti tra dipinti e sculture, e una sezione dedicata a foto storiche con alcuni dei principali protagonisti della cultura del nostro Paese.

A Palazzo Barberini la mostra Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta

"Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento", a cura di Cristina Terzaghi, è la mostra in programma a Palazzo Barberini fino al 27 marzo. Celebrando i 70 anni dalla riscoperta della tela di Caravaggio "Giuditta che decapita Oloferne", realizzata a Roma al principio del Seicento e custodita a Palazzo Barberini, e i 50 anni dall'acquisizione da parte dello Stato Italiano dell'opera, l'esposizione presenta in quattro sezioni 31 dipinti - quasi tutti di grande formato - provenienti da importanti istituzioni nazionali e internazionali.

"S-composizioni" al Gaggenau DesignElementi

Al Gaggenau DesignElementi "S-composizioni", personale di Francesca Piovesan, curata da Sabino Maria Frassà: allestita fino all'8 marzo, la mostra esplora l'evoluzione della ricerca dell'artista, dalle iconiche sculture in vetro all'inedito ciclo di opere su carta "Aniconico", in cui attraverso il mosaico (i cui tasselli sono impronte fotografiche della pelle della stessa Piovesan) si riflette sul corpo umano e sulla sua scomposizione.

"Klimt. La Secessione e l'Italia" a Palazzo Braschi

L'oro e l'uso innovativo del colore, i paesaggi idealizzati nelle forme e nel cromatismo, e poi le regine incontrastate della sua ispirazione, le donne ammalianti, seducenti, languide, protagoniste di alcuni capolavori assoluti, come l'iconica Giuditta I (1901), La sposa (1917-18), dipinto nell'ultima fase creativa, e il celebre Ritratto di Signora (1916-17), trafugato nel 1997 e poi ritrovato nel 2019. Si tratta di un'immersione nell'eredità artistica di uno dei pittori più noti e amati al mondo la grande mostra "Klimt. La Secessione e l'Italia", in programma a Palazzo Braschi fino al 27 marzo, che segna il ritorno dell'artista austriaco nel nostro Paese e a Roma, dove nel 1911 fu premiato all'Esposizione Internazionale d'Arte. A cura di Franz Smola, curatore del Belvedere Museum, di Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna e di Maria Vittoria Marini Clarelli, sovrintendente capitolina ai Beni Culturali, il progetto espositivo è imponente - il costo complessivo per la realizzazione ammonta a 1.7 milioni di euro - e ripercorre in 200 opere (di cui 49 di Klimt) tutta la carriera del pittore, con il duplice obiettivo di sottolinearne il ruolo di cofondatore della Secessione viennese ma anche di indagare la stretta relazione che egli ebbe con l'Italia. Tra dipinti, disegni, manifesti d'epoca e sculture - con prestiti eccezionali come appunto La sposa, che per la prima volta ha abbandonato la Klimt Foundation -, il percorso si articola in 14 sezioni. In chiusura un focus dedicato al Ritratto di Signora e alla sua storia eccezionale: rubato in circostanze misteriose dalla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, è stato poi ritrovato altrettanto misteriosamente nel 2019 nella stessa galleria.

"Amazônia"

Sebastião Salgado è protagonista al Maxxi con la mostra "Amazônia", a cura di Lélia Wanick Salgado fino al 13 febbraio: attraverso oltre 200 immagini (accompagnate dal paesaggio sonoro creato da Jean-Michel Jarre), il percorso permette al visitatore di confrontarsi con il fragile e affascinante ecosistema amazzonico, rivelando come nelle aree protette dove vivono le comunità indiane la foresta non ha subito quasi alcun danno.